domenica 2 agosto 2020

Tre piani

di Eshkol Nevo, Neri Pozza Editore

Tre racconti lunghi corrispondenti ai tre piani di un condominio di Tel Aviv, tre storie con tre protagonisti diversi, espressioni dei tre livelli della coscienza secondo Freud: Es, Io e Super Io. Un romanzo di scavo psicanalitico, che rivela fragilità, paure e dolori umani e pone al centro la complessità delle relazioni, soprattutto di quelle all'interno della  famiglia. Un romanzo interessante da cui Nanni Moretti ha tratto da poco un film.

Al primo piano di un condominio della periferia di Tel Aviv vive Amon, che racconta la propria storia ad un amico in grado di ascoltarlo senza esprimere giudizi. A lui svela il momento di crisi del rapporto con la moglie e l'angoscia e il sospetto ossessivo di molestie sessuali di cui sarebbe stata oggetto la propria figlioletta da parte di un anziano vicino di casa, affetto da demenza, cui era solito affidare la bambina. Livello dell'irrazionalità, degli impulsi: Es. Al secondo piano la famiglia di Hani, definita dagli abitanti della palazzina "la Vedova" per le frequenti assenze del marito a causa del lavoro. La donna nutre grande timore di cadere nella follia da cui era stata affetta la propria madre, vive un grande senso di solitudine, non colmato neppure dalla cura e dall'amore dei due figli. La storia è raccontata da Hani ad un'amica d'infanzia, cui rivela di aver ospitato di nascosto il cognato in fuga dai creditori che si è preso cura di lei e dei bambini. La storia oscilla tra realtà e immaginazione: livello dell'Io. In alto, al terzo piano, il Super Io, Dovra, giudice in pensione, rimasta davvero vedova, che racconta la propria storia alla segreteria telefonica, parlando con la voce registrata del marito. Il rapporto con il figlio Arad, il quale entrambi i genitori avevano interrotto i rapporti, è al centro delle sue vicende. In conclusione il narratore israeliano giunge alla conclusione che Freud ha fatto un errore: "I tre piani non esistono dentro di noi. Esistono tra noi e l'altro, nella distanza tra la nostra bocca e l'orecchio di chi ascolta la nostra storia. E se non c'è nessuno ad ascoltare, allora non c'è nemmeno la storia." Scritto in una prosa scorrevole e coinvolgente, il romanzo si legge con facilità ed interesse, anche se un certo intellettualismo impedisce l'immedesimazione del lettore con i personaggi.

Giudizio sintetico: Freudiano

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