di Elena Ferrante, Edizioni e/o
Un best seller corposissimo diviso in quattro volumi che raccontano la storia di due amiche e di un rione napoletano, dall'infanzia misera alle alterne fortune dell'adolescenza, della maturità e dell'età avanzata. Due protagoniste che nella loro esistenza vivono non una sola, ma molte vite, una attraversando in continuazione l'Italia e la cultura dei periodi storici in cui si muove, l'altra, grazie ad un particolare carattere e ad una enorme forza di volontà, rimanendo ancorata alla terra di origine ma proprio grazie a questa stabilità territoriale vivendo ancora più trasformazioni dell'amica. Sullo sfondo, i cicli della cultura e della politica del nostro Paese, sempre presenti nelle scelte e nell'alternarsi di successi e miserie non solo delle due protagoniste, ma di tutto il loro entourage, nucleo sociale eterogeneo e ricorrente che incarna le tipologie umane di più di mezzo secolo italiano. Opera scorrevolissima, nonostante l'imponente corpus narrativo, riesce a catturare con forza e passione l'attenzione del lettore, riuscendo a raccontare la crescita, i crolli, le vergogne di un'intera nazione attraverso le emozioni e le vicende personali di gente comune, tutto sommato anche poco significative se paragonate al quadro generale in cui avvengono.
Elena e Lila sono due bambine che vivono in un quartiere della periferia est di Napoli dove impera una miseria fatta di lavori improvvisati, abitazioni senza qualità, fame e una socialità forzata in cui tutti sanno tutto di tutti. Ma a scuola sono brave e sanno farsi apprezzare dalla maestra, nonostante la timidezza di Elena e la prepotenza di Lila, che non disdegna di dire sempre cattiverie e far pesare, sull'amica come su insegnanti, famiglia e tutto il rione, una sfrontatezza verbale fatta di sarcasmo e arguzia, ma anche capace di ispirare fiducia e guidare alla riflessione. Presto il destino delle due bambine farà prendere loro strade diverse, ma il loro legame, fatto di un misto di stima e invidia così come di generosità gratuita ed egoismi inqualificabili, resisterà alla loro crescita come agli anni del boom economico e dei matrimoni di interesse, a quelli dei primi tentativi di emancipazione, agli anni dell'immaginazione al potere e della lotta politica, persino all'edonismo e agli egoismi degli ultimi vent'anni del secolo scorso. Con il punto fermo dei rapporti tra queste due donne, tanto vicine quanto diverse, l'autrice (o è un autore? – il mistero intorno al suo nome è ancora fitto) riesce ad esplorare con la stessa forza sia il carico emozionale e affettivo della donna negli ultimi 50-60 anni, sia a dipingere con un tratto inflessibile e smarcato da ogni pregiudizio l'ambiente sociale e culturale dell'Italia dal dopoguerra ad oggi.
Chi esce più malconcio da questa esperienza emotiva è il genere maschile nel suo complesso, descritto come un insieme di rozzi desideri, violenze e timori che investono le donne ma ne vengono sopraffatti, con personaggi che anche se dotati di grande valore non riescono comunque a costruire rapporti stabili perché troppo ancorati allo stereotipo di una figura maschile dall'istinto predatorio e con una dipendenza ancestrale dagli stimoli sessuali che ne condiziona tutte le scelte.
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