di Cristina Cassar Scalia, Einaudi
Quasi un Montalbano al femminile, sia nella prosa che nelle caratteristiche umane del personaggio, anche se qui prevalgono una correttezza procedurale e un lavoro di squadra più consoni al ruolo istituzionale della protagonista, una vicequestore palermitana trasferita a Catania, accanita fumatrice e capace di investigazioni acute.
Due anomali pescatori, un medico e un giornalista, si trovano per caso ad assistere ad uno strano tentativo di occultamento di una pesante valigia, gettata tra gli scogli. Poco dopo una voce femminile denuncia alla questura un omicidio avvenuto in una villetta sul mare nella stessa zona. Il vicequestore Guarrasi, trasferita a Catania da Palermo per mettersi al riparo da alcune possibili ritorsioni mafiose, inizia ad indagare sui due fatti, scoprendone gradualmente il legame, la scomparsa di una avvocatessa avvenente impiegata in uno studio legale molto importante del capoluogo ionico. Nella più consueta tradizione noir italiana, l'intreccio si muove sul doppio piano dell'investigazione poliziesca e della psicologia della protagonista, donna di carattere avvenente, autoritaria e scontrosa capace di rinunciare a pezzi importanti della sua vita privata a favore di un senso della giustizia che ne condiziona l'esistenza.
Con un intreccio complesso, il thriller si snoda con una sensazione di deja vu che risente del condizionamento geografico e linguistico del poliziesco siciliano, ma che – pur non presentando elementi spiccatamente caratteristici – si offre come una piacevole e leggera variazione, molto ben collocata sul piano descrittivo, per gli appassionati del genere.
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