di Giorgio Scianna, Einaudi

Milano 1980. Margherita, detta Marghe, esce dal carcere di San Vittore dopo aver trascorso in cella tre mesi. Le sono stati concessi gli arresti domiciliari per aver collaborato con la giustizia, dissociandosi dall'organizzazione terroristica, e per aver fornito informazioni, consigliata dal proprio avvocato, sua madre. Marghe si è sentita costretta ad accettare la linea difensiva materna, tant'è che ha poi scelto un altro avvocato e ha iniziato a nutrire una sorta di rancore nei confronti della donna. Sconta pertanto gli arresti domiciliari con il padre, un medico molto stimato e amato dai suoi pazienti, in una casa a 300 metri da quella familiare, in cui ora abitano la madre, la sorella e il fratellino quattordicenne Martino, con cui la ragazza ha un rapporto di forte intesa.
Un romanzo che si legge con facilità grazie alla prosa fluida e scorrevole, con personaggi ben delineati. Le tematiche, oltre a quelle legate al particolare momento storico e sociale, sono quelle dei ragazzi di ogni epoca: i rapporti con i genitori e quelli con i fratelli, vissuti con minore o maggiore difficoltà in rapporto alla somiglianza dei caratteri e dei modi di pensare, il sentirsi inadeguati ad affrontare problemi che sembrano talvolta troppo grandi.
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