lunedì 29 aprile 2019

Il superlativo di amare

di Sergio Garufi, Ponte alle Grazie

Il classico protagonista maschile del romanzo italiano, ovvero il cinquantenne disincantato che si lascia scivolare la vita addosso senza opporre resistenza ma senza tuttavia perdere il senso di sé. In questo caso, però, il carattere complesso del protagonista è declinato con un'eleganza lessicale e una vena riflessiva particolari, ponendo l'accento sui rapporti umani: non solo quello tra i sessi, ma anche l'amicizia, i rapporti di lavoro e perfino altri meno ovvi, come quello con la letteratura e con gli animali.

Gino è uno scrittore/traduttore umbro trapiantato a Roma, con all'attivo una sola pubblicazione passata quasi inosservata. Al momento sta traducendo un libro di Cortàzar, che analizza con la passione dello studioso più che con quella dell'editor. Vive da single con l'amato cane Tito e sa già che dopo questo lavoro si ritroverà senza un quattrino, perché non si prospettano altre opportunità, almeno non a breve termine. La sua vita sentimentale e sociale si limita a occasionali incontri con una donna sposata e a qualche serata con un amico colto che lavora in politica, con il quale scambia qualche battuta sarcastica. A dispetto del quadro d'insieme, Gino è comunque un tipo allegro, non disdegna di vivere il quotidiano con la necessaria leggerezza e si lascia trasportare dagli eventi cullandosi nella curiosità dell'osservatore distaccato, finché una serie di avvenimenti familiari e incontri casuali dagli sviluppi inaspettati lo costringeranno a mettere in discussione il suo punto di vista sugli altri e sul mondo, in un tardivo percorso di crescita nel quale sofferenza e letteratura avranno un ruolo determinante.

Giudizio sintetico: Dolceamarissimo

domenica 28 aprile 2019

La figlia sbagliata

di Raffaella Romagnolo, Frassinelli

Un romanzo sull'infelicità di una famiglia apparentemente normale, tema ricorrente nel cinema e nella letteratura. In questo caso, tuttavia, l'atmosfera claustrofobica e le situazioni al limite della follia rendono la storia particolare, efficace e angosciante.

Una località italiana non specificata, anno 2006. Una coppia sposata da più di 40 anni, lei Ines Banchero, lui Pietro Polizzi. Mentre un normale sabato sera la moglie è impegnata a cucinare, alle sue spalle il marito, colto da infarto, muore senza riuscire a chiedere aiuto, senza che lei se ne accorga. Questo è l'incipit di un romanzo che non fa sconti sul dolore che si nasconde dietro l'apparenza di una comune famiglia. Un'infelicità che si protrae negli anni, non trova soluzione e contamina la vita degli altri. Così i figli di Pietro e Ines, Vittorio e Riccarda, pagano le conseguenze di questa unione e dell'incapacità dei genitori di vivere con una sufficiente dose di serenità. Entrambi i figli sono segnati dal clima familiare. fatto di delusioni, rancori, sogni non realizzati, sia Vittorio – pur così amato e stimato dalla madre, per la quale è il figlio perfetto, quello che qualunque genitore vorrebbe avere – sia Riccarda la "figlia sbagliata", quella ribelle ai voleri materni.
Un romanzo in cui la storia si snoda alternando i piani temporali, dal presente ai diversi momenti del passato che hanno segnato la vita della famiglia e prodotto una sorta di spirale negativa che non lascia via d'uscita.

Giudizio sintetico: senza speranza

mercoledì 24 aprile 2019

Resoconto

di Rachel Cusk, Einaudi

Incontri, occasioni di vita e di riflessioni per la protagonista di questo romanzo, Faye, durante il volo da Londra ad Atene e durante il soggiorno nella capitale greca in cui lei, scrittrice, tiene un corso di scrittura creativa. Dialoghi, considerazioni sulla vita che si leggono cercando ad ogni pagina , invano,un'empatia, un contatto che vada oltre il gioco intellettuale e un po' narcisistico e renda coinvolgente la lettura.

Faye, la protagonista del romanzo, poco ci dice di sé. Riferisce degli incontri, delle persone con cui viene a contatto in occasione della sua permanenza ad Atene per lavoro, descrive talora con cura alcuni tratti fisici di costoro, riporta storie che le hanno narrato. Di lei sappiamo poco, spesso in modo indiretto. Si è separata dolorosamente dal marito, due figli a cui deve provvedere, una felicità passata di cui rimane una fotografia, testimonianza di una realtà che non c'è più.
Il romanzo è come un "resoconto" di queste giornate nel caldo afoso dell'estate ateniese, con qualche gita sulla barca dell'imprenditore che ha conosciuto in aereo, che le racconta dei suoi tre matrimoni e dei divorzi. Relazioni umane spesso dolorose di cui si nutre la letteratura. Ed ecco che vita e scrittura si fondono ed è difficile scorgere il confine tra le due. Sempre comunque, vivendo e scrivendo, si finisce per dare la propria versione dei fatti. La vera ricchezza sono solo i ricordi.

Giudizio sintetico: Metaletterario

Prima di cadere

di Noah Hawley, Einaudi

Thriller non appassionante ma che riesce a farsi leggere integralmente, imperniato su un misterioso disastro aereo le cui conseguenze mettono in moto un meccanismo mediatico delirante, in cui la televisione tenta di convertire uno sconosciuto eroe in un possibile terrorista. La storia macina motivi narrativi già inflazionati, non soltanto in letteratura ma anche nel cinema e nella vita reale, ma tra il ripetersi di questi stereotipi sulla società americana si ritrovano alcuni – purtroppo sporadici – spunti di riflessione interessanti.

Nel volo di un jet privato sul quale si trovano imbarcati un magnate della finanza e un editore televisivo – con le rispettive famiglie –, capita per caso un pittore squattrinato ed ex alcolista, Scott Burroughs, che si ritrova unico adulto superstite dello schianto in mare del velivolo. Sopravvissuto con lui, il figlio piccolo di uno dei due magnati, che Scott riesce a mettere in salvo dopo una nuotata senza fine. Il bambino e l'adulto iniziano così un calvario mediatico dal quale dovranno salvarsi una seconda volta, mentre il mondo si interroga sulle misteriose ragioni dell'incidente. Tra conduttori televisivi inferociti, agenti FBI che vedono il sospetto ovunque ed ereditiere annoiate, si inseriscono i flash-back delle ultime giornate degli altri viaggiatori deceduti nel disastro, incisi poco significativi che portano al finale, non all'altezza del mistero che permea le pagine iniziali e dei precedenti lavori dell'autore (Fargo, innanzitutto).

Giudizio sintetico: Precipitato

mercoledì 17 aprile 2019

Asimmetria

di Lisa Halliday, Feltrinelli

Un libro particolare, composto da due racconti lunghi, intitolati "Follia" e "Pazzia", apparentemente slegati tra loro. Ma il collegamento è dato dalla bizzarria della vita, dalle contraddizioni del nostro tempo di cui le vicende dei racconti sono casi esemplari. Il tono ironico della narrazione trasmette il distacco di chi guarda l'esistenza con acutezza, ma senza giudizi o verità da trasmettere.

Follia: Alice, venticinquenne redattrice di una casa editrice incontra a Central Park, New York, un notissimo scrittore, Ezra Blazer, più che settantenne. Lo riconosce immediatamente. È seduta su una panchina, sta leggendo un libro, lui si siede e iniziano a parlare. L'incontro è l'avvio di una relazione tra i due, asimmetrica considerando l'esperienza di lui e la giovinezza di lei e il grande divario d'età. Lui la invita a casa sua, le offre cose buone, le dà dei soldi, estingue il suo debito studentesco. Non sottrae allo sguardo della donna i segni evidenti del suo decadimento fisico. Il loro rapporto non sembra basato sull'amore, ma sul bisogno di entrambi di sostenersi e di trarre dall'altro qualcosa per vivere.
Pazzia: Amar Jaffari, economista di origine irachena, fa scalo nell'aeroporto londinese di Heathrow. Ha doppio passaporto: americano, perché vive negli USA e iracheno, la sua terra. Ma la sua origine, il fatto che si sia fermato a Londra per incontrare un amico mentre è in viaggio per l'Irak – per trovare il fratello –, lo rendono sospetto. Chissà, potrebbe essere una minaccia per il paese. Così è costretto a restare fermo in aeroporto per ore senza spiegazioni di sorta. La pazzia di una società malata di paura. E in questa pausa forzata, in questa condizione di sospensione, l'uomo ripercorre momenti della sua vita.
Un libro diverso, di non facile lettura, con riferimenti frequenti al ruolo salvifico della letteratura.

Giudizio sintetico: Disharmonic time

giovedì 11 aprile 2019

Un po' di follia in primavera

di Alessia Gazzola, Longanesi

Protagonista del romanzo Alice Allevi, specializzanda in Medicina legale, capace di investigare e dare un contributo importante alle indagini condotte dall'ispettore di polizia Calligaris che, conoscendo il fiuto della donna, si avvale spesso della sua collaborazione. Un libro a metà strada tra il giallo e il rosa, reso gradevole dalla simpatia e dall'ironia, che sfuma spesso in autoironia, della protagonista.

Roma, giorni nostri. La giovane Alice sta per giungere al termine della specializzazione in Medicina legale. Qualche tempo prima della discussione della tesi, un caso attrae la sua curiosità e la spinge a trascurare un po' gli studi per seguire l'indagine sull'omicidio di Ruggero D'Armento, noto psichiatra e uomo dalla personalità carismatica, che era stato suo docente universitario. Mentre le indagini mettono a fuoco la figura della vittima e delle persone potenzialmente coinvolte nel suo omicidio, si dipana anche la storia personale di Alice. Fidanzata con Arthur, sembra ormai vicina alle nozze pur avvertendo che l'uomo, per vivere con lei, deve rinunciare a una dimensione della sua vita molto importante, vale a dire quel nomadismo che il suo lavoro di reporter finora ha comportato. Alice non può del resto negare a se stessa di essere attratta anche da un altro uomo, pur conoscendolo come persona egocentrica e poco affidabile. Forse per lei si tratta prima di tutto di crescere, maturare anche attraverso il dolore come saggiamente le suggerisce l'amata nonna.
Un romanzo di lettura assai facile, con una protagonista un po' stereotipata sul modello di personaggi femminili televisivi e cinematografici contemporanei, visti in modo ironico, giovani donne sensibili e capaci ma pasticcione e goffe, alla ricerca della propria strada nella vita.  Una lettura consigliabile soprattutto per momenti di totale relax, magari sotto un ombrellone, e per un giovane pubblico femminile.

Giudizio sintetico: Similfiction

sabato 6 aprile 2019

Polvere

di Enrico Pandiani, DeA Planeta

Thriller italiano corposo e tradizionale, imperniato su un intrigo che miscela un po' tutti i capisaldi del libro di genere: omicidio, indagine privata, traffici illeciti, protagonisti malinconici ecc. L'intrigo è piacevolmente complesso, anche se pecca di prevedibilità nelle fasi finali. Sicuramente, per gli amanti dell'autore della serie de Les Italiens, una piacevole sorpresa, che trasferisce da Parigi alla periferia torinese l'ambientazione del racconto.

Pietro è un esperto di sistemi di sicurezza che ha perso il lavoro, la fidanzata e la voglia di vivere a seguito di un impiccio che lo ha coinvolto anche dal punto di vista giudiziario. Trascina la sua esistenza chiuso in un appartamento con un gatto al quale non è nemmeno riuscito a dare un nome, lasciando che la polvere ricopra lentamente la sua esistenza. A smuoverlo, la richiesta di un'anziana vicina di interessarsi dell'omicidio della figlia, un mistero ancora irrisolto che sembra caduto nel dimenticatoio. I primi movimenti di Pietro, seppur goffi, daranno il via ad una serie di avvenimenti che metteranno in serio pericolo non solo il protagonista, ma anche altri personaggi vittime di criminali totalmente privi di scrupoli.

Giudizio sintetico: Tradizionoir

mercoledì 3 aprile 2019

L'educazione

di Tara Westover, Feltrinelli

Un romanzo di formazione, la storia, narrata in prima persona, della crescita e dell'emancipazione di Tara, autrice del testo, dalla famiglia mormone. Un romanzo lungo, potente e duro basato sui temi della difficoltà a rifiutare i modelli familiari, perdendo in questo modo l'accettazione e l'affetto dei genitori, e il bisogno di essere fedele a sé stessa.

Tara Westover, ultima di sette figli, appartiene a una famiglia di mormoni integralisti che vive ai piedi di una montagna dell'Idaho, soprannominata "Principessa". Il padre, fanatico e forse affetto dalla sindrome bipolare, non ha registrato i figli all'anagrafe, non li fa vaccinare né curare dai medici e li educa leggendo le Sacre scritture, non mandandoli a scuola e preparandoli alla vicina fine del mondo. L'uomo lavora in una discarica, recuperando metalli e facendosi aiutare dai figli, senza consapevolezza dei pericoli che possono correre. La madre, ostetrica e guaritrice con rimedi naturali da lei stessa preparati, segue le linee educative del marito e ritiene un dovere di fedeltà al coniuge non discostarsi dai suoi metodi per prendere le parti dei figli. A 17 anni, dopo anni di chiusura in questo mondo primitivo, segnato anche dalla violenza fisica e psicologica del fratello maggiore Shawn, Tara decide, grazie anche all'appoggio di un altro fratello, di iscriversi all'università Brigham Young presentandosi come privatista alle prove di ammissione. Laureata, vince poi una borsa di studio a Cambridge che le permette di mettere l'oceano tra sé e il suo passato. Le conoscenze, la riflessione critica, l'educazione trasformano Tara, che si vede diversa, ormai incapace di adeguarsi al mondo paterno. Un distacco necessario – ma non per questo meno difficile e doloroso – nella consapevolezza di una perdita totale e definitiva dei genitori e dei fratelli rimasti fedeli ai loro insegnamenti.
Un romanzo duro e aspro, scritto con la precisione dello storico, con notevoli capacità introspettive e con consapevolezza del proprio percorso formativo.

Giudizio sintetico: Emancipatorio

Golden Hill

di Francis Spufford, Bollati Boringhieri

Una New York settecentesca, più simile ad un paesino di provincia che ad una città vera e propria, fa da sfondo ad un racconto anomalo, imperniato sul mistero economico che avvolge un protagonista di bella presenza ma impacciato e portatore di guai. Anche se non estremamente coinvolgente, copre diversi generi narrativi e offre comunque uno spaccato storico inconsueto, documentato in modo approfondito e raccontato con un registro narrativo particolarmente ricercato.

1746. Da una nave in arrivo al porto di New York sbarca Mr. Smith, un giovane disinvolto e raffinato che presenta una lettera di credito di 1000 sterline, cifra imponente per quei tempi. A pagarle, dovrà essere il mercante Lovell, padre di due figlie di cui una particolarmente difficile e dal carattere scontroso e irascibile, che nel nuovo arrivato troverà pane per i suoi denti. In attesa di verificare che non si tratti di un imbroglione, Lovell dovrà aspettare delle conferme in arrivo dall'Inghilterra e nell'attesa coinvolgerà Smith nella vita cittadina e nelle tresche dei suoi abitanti, tutti ansiosi di sapere se e come andrà a finire la storia di questo credito, ancora più misterioso in quanto il nuovo venuto si rifiuta categoricamente di dire come intende utilizzare il suo futuro tesoro. L'impatto sociale di Smith su New York non sarà indolore, né per lui, né per la popolazione della città, ai tempi limitata a poche migliaia di abitanti. Romanzo storico con sfumature ironiche, thriller, a tratti rosa, non riesce a convincere del tutto nonostante un linguaggio brioso ed elegante, ipotattico, che partecipa notevolmente a delineare
l'elegante quadro di costume del tempo in cui è ambientato.

Giudizio sintetico: Barocco