mercoledì 20 giugno 2018

Train

di Pete Dexter, Einaudi

Tre protagonisti molto diversi ruotano attorno alla separazione tra bianchi e neri nell'America degli anni '50, in un intreccio di golf, violenza e generosità che traccia un affresco della società americana nella quale tutti appaiono in attesa degli eventi come se guardassero il cielo aspettando un temporale annunciato.

Train è un caddy nero che ha un dono naturale per giocare a golf, un carattere schivo e una vocazione per le scelte difficili. Packard è invece un bianco sicuro di sé che non teme i confronti, veste in modo elegante e sente il mondo nelle sue mani. E nelle sue mani fa cadere anche Norah, ricca e bella vedova con alle spalle un orrore che non sa se riuscirà a superare nonostante Packard. Non ci sono veri e propri colpi di scena in questo racconto, ma un susseguirsi di nuovi avvenimenti che cambiano l'ambientazione violenta iniziale in modo continuo, tra ironia e dramma, con uno stile che ricorda i grandi scrittori moderni dell'America "profonda" (Cormack Mc Carthy, James Ellroy, Elmore Leonard), nella consapevolezza che non può accadere mai niente di buono in un mondo che esige che l'anima venga colpita con forza e poi spedita in una buca come una pallina da golf.

Giudizio sintetico: Pre-Tiger Woods


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