mercoledì 13 giugno 2018

Il mistero di Paradise Road

di Pietro De Angelis, Elliot

Un tuffo nella Londra della seconda metà del XIX secolo, con distinti uomini in cilindro e donne con la cuffietta che si muovono ancora su carrozze a cavalli mentre sognano l'avvento di una modernità industriale che sembra inghiottire nella sua densa caligine una città nebbiosa e buia. A dispetto del titolo e delle prime pagine, che danno l'impressione di trovarsi di fronte ad un giallo tradizionale, in realtà il romanzo racconta di una dicotomia tra una concezione del mondo maschile, prosaica e meccanicistica, che tenta di schiacciare sotto il tallone di un manierismo forzato una passione tutta feminile per la poesia, poco in linea con i tempi e vista quasi come un male passeggero. Encomiabile la ricostruzione storica, tanto dettagliata quanto rispecchiata dalla forma espressiva.

Lionel Morpher è un impiegato dell'ufficio brevetti che vive una vita regolata dagli obiettivi che si è posto: ottenere un buon posto di lavoro, fare carriera, avere una moglie, dei figli ... Attento al rispetto dei colleghi e dei vicini, è un modello esemplare del suo tempo, senza vizi, metodico e ordinato, consapevole di essere un ingranaggio di un mondo che sta entrando nella modernità a grande velocità e che ha bisogno di guidare la rivoluzione scientifica con ferree regole morali. Il grande senso di responsabilità di Lionel e la sua brama di modernità si dovranno però scontrare con la "malattia" della remissiva Alphonsine, moglie modello che a Lionel sembra impossibile possa nutrire interessi tanto futili come il suo "smodato" interesse per la poesia, gettandolo in un turbine di contrasti e di eventi che non avrebbe mai pensato di dover affrontare.

Giudizio sintetico: Vittoriano

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