di Roddy Doyle, Guanda
Può esserci un sistema di integrazione "soft" che riesca a mettere insieme culture, climi, colori della pelle diversi, superando le prevedibili tensioni e permettendo una convivenza – se non civile – almeno accettabile tra comunità diverse, tra nuove e vecchie povertà, tra interessi politici e buon senso? Roddy Doyle ci porta tra storie brevi di immigrati non irlandesi, in un paese che quanto ad emigrazione non è secondo a nessuno, con un'ironia e un'umanità particolari.Otto racconti non brevissimi e non lunghi di altrettanti tentativi di integrazione, otto personaggi che per il colore della pelle o la lingua sembrano diversi dagli altri, ma che cercano una nuova vita senza con questo dimenticare le proprie origini: una rivisitazione di "Indovina chi viene a cena?", un sequel de "The commitments", un ragazzo che inventa un misuratore di irlandesità, un bambino che deve affrontare il primo giorno di scuola, tre ladri che non sono ladri ma che lo sembrano, una baby sitter vessata, un afroamericano per forza, una ribellione per onestà... Otto storie nascoste di persone comuni che vivono esperienze difficili ma che non vogliono rinunciare al futuro, il tutto raccontato con il distacco ironico e leggero che caratterizza lo scrittore irlandese al 100%. Doyle sembra ricordare al lettore che – indipendentemente dalle opinioni e dai preconcetti – non possono esistere solo le chiavi di lettura opposte della pietà e del razzismo per affrontare un fenomeno che siamo abituati a considerare con troppa serietà.