mercoledì 28 marzo 2018

Pulvis et umbra

di Antonio Manzini, Sellerio

Ennesima indagine del vicequestore Rocco Schiavone, qui alle prese con due diversi filoni di indagine, uno ad Aosta e l'altro romano, collegato agli altri libri della serie. Anche se l'autore stesso afferma in seconda di copertina di vedere ogni pubblicazione come il capitolo di un libro unico, qui l'aggancio con le storie passate è piuttosto forzato, mentre la nuova indagine avrebbe tranquillamente potuto godere di un'autonomia maggiore. Per gli amanti della saga una lettura piacevole, che scivola leggera tra i consueti personaggi e poche novità.

Rocco Schiavone è un vicequestore poco attento alla forma, che riesce comunque a sbrogliare la matassa delle inchieste di cui si occupa. In questo caso la vittima è un transessuale senza storia apparente, difficile da localizzare e sul quale è difficile indagare. Le indagini porteranno Schiavone allo scontro con evidenze alle quali è difficile rassegnarsi, mentre la vita lo richiama da un lato ad aiutare un ragazzino in difficoltà e dall'altro ad inseguire un'altra indagine su un misterioso morto ammazzato nelle campagne laziali, che richiama alla memoria inchieste  e vendette passate.
Barcamenandosi tra le due inchieste e le vicissitudini della sua vita privata, si sviluppa l'ennesimo calvario di questo malinconico investigatore della Polizia di Stato amante delle belle donne e della marijuana, ostaggio di una solitudine alla quale sembra sempre di più autocondannarsi.

Giudizio sintetico: Seriale

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