di Matteo Nucci, Ponte alle Grazie
Romanzo ambientato in una Roma periferica, microcosmo perduto e improbabile rifugio per un misterioso "Dottore" in fuga dal passato. Un racconto diacronico alternato tra due tempi diversi, storia di discesa nell'abisso e di ferrea volontà di risalita, raccontato con uno stile paratattico che punta tutto sulle emozioni del protagonista e sulla rassegnazione di un ambiente sociale tanto marginale quanto ripiegato su sé stesso.Sulla riva di una delle ultime anse del Tevere, immersa in un ambiente naturale sovrastato da un ponte autostradale, vive una microcomunità di uomini e donne le cui vite ruotano attorno ad una trattoria fluviale realizzata su una chiatta, sopravvivendo ai bordi di una città tanto vicina geograficamente quanto lontana dal punto di vista economico e sociale. Tra loro hanno accolto il Dottore, un uomo che tutti sanno essere in fuga dal proprio passato, ma al quale non si vuole chiedere niente, neanche un nome. Tra un presente costellato di pescatori di anguille, nutrie, zingari, filosofi misteriosi, donne oscure, e un passato imperniato sul rapporto semi-esclusivo con una moglie disperata e una figlia amatissima, si sviluppa la storia di un uomo travolto dalla vita ma mai rassegnato, che insegue le proprie speranze con caparbia volontà e al quale il destino sembra aver riservato una via di uscita nel più improbabile dei mondi.
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