lunedì 21 settembre 2020

L'ora incerta tra il cane e il lupo

di Hans Tuzzi, Bollati Boringhieri 


Un giallo ambientato a Milano, un'indagine affidata al commissario Melis e ai suoi uomini che, partendo dal ritrovamento del cadavere di una donna sfigurata, arrivano alla soluzione del caso. Il lettore segue la vicenda non con il fiato sospeso, ma incuriosito dalle particolarità della narrazione. 

Marzo 1985. A poca distanza da Milano, vicino all'abbazia di Chiaravalle, viene trovato il cadavere di una giovane donna, identificato poi con quello di Elisabetta Crimoli, giovane giornalista di origine siciliana. Una donna affascinante, ambiziosa, che aveva ottenuto nel giornale per cui lavorava una rubrica fissa, Il bel paese, un'intera pagina di arte, natura, problemi sociali dell'Italia. Per la donna,  anche un ex fidanzato e un nuovo compagno, e contatti con il mondo dell'alta finanza milanese. 
Le indagini si svolgono in una settimana, dal 20 al 27 marzo. Il clima è invernale e la città, e soprattutto la campagna intorno, portano ancora tracce della storica nevicata del gennaio 1985. Le vie di Milano, i locali come la Belle Aurore, dipingono l'ambiente in cui si svolge la storia e suggeriscono l'accostamento ai gialli di Simenon, citato peraltro dal narratore stesso. Tuttavia la psicologia dei personaggi, al contrario di quanto avviene nei libri dell'autore francese, è appena abbozzata e lo stesso Melis è poco caratterizzato. 
La narrazione, in cui è inserita talvolta qualche riflessione esistenziale, presenta inserimenti di varie citazioni e di frasi dialettali, non solo milanesi, che forse appesantiscono un po' la lettura. 

Giudizio sintetico: Meneghino

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