di Pierre Lemaitre, Mondadori
Terzo e attesissimo libro della trilogia dedicata al periodo tra le due Guerre Mondiali – trilogia solo per il legame storico, senza collegamenti narrativi degni di nota – questo romanzo non riesce tuttavia a soddisfare appieno il lettore, rimanendo nei binari di un racconto storico molto circostanziato ma appassionante solo a tratti. Anche il caratteristico ribaltamento narrativo cui Lemaitre ha abituato i suoi ammiratori, in questo caso si limita solo a piccole trasformazioni dello spessore morale dei personaggi.
Parigi, 1940. Louise è una maestra elementare che ha appena perso la madre e che per arrotondare serve anche in un ristorante sotto casa. Un anziano cliente le fa un'offerta imbarazzante ma molto ben pagata, che Louise accetta, anche se perplessa, proiettandosi in una vicenda che le farà mettere in crisi la sua vita personale e familiare. La ragazza si troverà così ad incrociare le vicende parallele sia di Raoul e Gabriel, soldati dalla natura diversissima accomunati da un destino beffardo, sia di Désiré, un incredibile millantatore dal fascino magnetico e dalla proverbiale spudoratezza, sia, infine, di Fernand, una guardia che cerca solo di non farsi travolgere dagli eventi. Sullo sfondo, l'invasione della Francia da parte dell'esercito tedesco e l'esodo di parigini diretti a Sud in fuga dall'occupazione nazista.
Scritto con un'attenzione storica precisa, il romanzo si muove alternativamente tra le vicende dei vari protagonisti, ma così perde in parte la capacità di coinvolgere empaticamente il lettore proprio a causa della profonda diversità dei personaggi. Come sempre, Lemaitre si conferma un autore di spessore, ma il racconto risente del confronto con i primi due romanzi della trilogia, lo splendido Ci rivediamo lassù e il meno importante, ma comunque intrigante, I colori dell'incendio.
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