lunedì 10 dicembre 2018

Triste, solitario y final

di Osvaldo Soriano, Einaudi

Un tributo ai tradimenti del cinema hollywoodiano e nello stesso tempo un omaggio a Raymond Chandler e al suo personaggio più anarchico, quel Philip Marlowe che per primo ha traghettato il genere noir verso il cinema. In un romanzo breve e parodistico, lo stesso Soriano fa da spalla all'ormai invecchiato detective, in un turbine di parodie cinematografiche che vedranno coinvolte molte icone del cinema degli anni 50-60 in ruoli quanto meno improbabili.

Tutto nasce dal desiderio di un anziano Stan Laurel di capire perché nessuno lo faccia più lavorare: quasi privo dei mezzi necessari per sopravvivere e conscio della morte imminente, il vecchio comico si affida all'ormai più che maturo Marlowe per scoprire cosa lo renda tanto inviso ai produttori di Hollywood. Sulle tracce di questo improbabile incontro si troverà qualche anno dopo anche l'autore Soriano, che sempre con Marlowe si troverà invischiato in un turbine semidelirante di avvenimenti anche violenti, in cui troveremo un John Wayne che capeggia un gruppo di pistoleri-picchiatori, un Chaplin rapito due volte, un gatto che incarna il desiderio dei due protagonisti di una vita libera dai condizionamenti di una società autoritaria e tutti gli ingredienti classici e meno classici dei primi noir. Con vari sberleffi narrativi alla polizia e ai cliché cinematografici più consueti del genere.

Giudizio sintetico: Paradossale

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