lunedì 10 dicembre 2018

L'artista del coltello

di Irvine Welsh, Guanda

Torna Frankie Begbie, lo psicotico violento di Trainspotting, questa volta però nei panni di un grande artista che non vuole assolutamente ricadere nelle sue manie omicide. La necessità di dominare il desiderio di violenza permea tutto il libro, dall'iniziale rifiuto di una difesa – quasi – legittima, a tutto quanto gli accade in seguito nella sua città di origine. 

Frankie Begbie dopo aver scontato la propria condanna ha trovato una pace interiore e una vita familiare "quasi" normale, con una moglie bellissima (la psicoterapeuta che lo ha curato in prigione) e due figlie che adora. Ha perfino cambiato nome e ora si fa chiamare Jim Francis: le sue psicosi lo hanno portato a diventare un grande artista, che produce ritratti scultorei di personaggi famosi orrendamente mutilati, e questo incanala la sua indole violenta in una direzione che lo ha reso ricco e celebre. Ma deve tornare ad Edimburgo per il funerale del figlio che ha abbandonato, morto di morte violenta, e nella città scozzese tutti lo ricordano soprattutto per quello che era, Frankie Begbie, e si aspettano una truce vendetta. Frankie non intende affatto rinnegare la sua redenzione, ma le circostanze sembrano spingerlo in una direzione diversa mentre cerca di capire cosa sia successo al figlio. Difficile dimenticare che in fondo si tratta del soggetto più brutale tra quelli messi in scena dall'autore scozzese al suo esordio: riuscirà un tale personaggio a frenare il suo lato oscuro, quando tutte le circostanze gli remano contro?

Giudizio sintetico: Post-trash

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