di Daria Bignardi, Mondadori
Un romanzo sulla vita, sull'amore, sul legame con i figli ma soprattutto sul rapporto tra una donna e la propria nemica, l'ansia, ereditata dalla madre, detestata da sempre ma difficile da eliminare. Se poi subentra la malattia più temuta dei nostri tempi, il cancro, l'ansia sembra prendere il sopravvento.Lea, quarantanovenne milanese, scrittrice e autrice di teatro, è sposata con Shlomo, uomo introverso e razionale, da cui ha avuto un figlio. Altri due figli dai precedenti matrimoni di entrambi. Il rapporto con Shlomo è in crisi: l'ansia che assilla Lea, nonostante la donna si sforzi di soffocarla, irrita Shlomo e lo spinge a rinchiudersi in se stesso. La scoperta di un tumore al seno, l'operazione e le cure chemioterapiche travolgono la vita di Lea, che si sente in guerra. È saggio pensare che non si debbano prendere decisioni in tempo di guerra, ma il dolore, il bisogno di amore e di calore non concessi dal marito, spingono Lea a pensare di cambiare la propria vita, a cercare nuovi incontri.
Il cambiamento necessario deve avvenire però dentro di sé e consiste nell'evitare eccessive dipendenze dagli altri, nell'amare se stessi, nel non compiere inutili sacrifici.
Un romanzo di cui si apprezza la scrittura pulita e asciutta, lo stile teso e drammatico che non fa sconti su particolari molto duri relativi alle sofferenze fisiche e psicologiche inflitte dalla chemioterapia. Un romanzo che, pur nella durezza delle situazioni, lascia un messaggio di positività.
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