di Fabio Genovesi, Mondadori
Se con "Chi manda le onde" Genovesi si era già cimentato con il romanzo di formazione divertente e naïf, in questo caso l'età si abbassa ancora di più, e i personaggi diventano espressione di una deriva familiare in cui sembra di riconoscere tutti gli elementi della fiaba tradizionale, declinati in chiave ironica e moderna con una famiglia "à la Malaussène" dove i vecchi ridiventano bambini e i bambini rischiano di diventare vecchi anzitempo.Come si vive in modo normale in una famiglia vittima di una maledizione sociale, letteralmente infestata da troppi anziani e poche donne? Ce lo racconta in prima persona Fabio, un bambino che con una lingua semplice descrive con un misto di tenerezza e ironia la difficoltà di crescere con troppi nonni "non-nonni", quasi tutti maschi e tutti con uno spirito anarchico irredento e litigioso, che monopolizzano ossessivamente il tempo dell'unico nipote, che invece preferirebbe mischiarsi ai suoi coetanei in modo spensierato. Se la storia ha dell'incredibile, la voce narrante lo è ancora di più, esprimendo con le parole di un bimbo pensieri adulti. Rimane comunque una lettura godibile e a tratti anche commovente, impregnata di una caratterizzazione dei personaggi molto toscana e difficile da ignorare.
Un romanzo di formazione piacevole, con una famiglia a ruoli invertiti, dove più si è giovani e più si è saggi.
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