di Mauro Covacich, La nave di Teseo
Libro interamente dedicato a Trieste e alla difficile - quasi impossibile si direbbe - convivenza tra le varie anime della città giuliana e delle zone dell'ex Jugoslavia che ne rappresentano il nucleo fondante. Con un viaggio culturale e semi-autobiografico, Covacich attinge da una costellazione di ricordi di famiglia, episodi storici e confronti letterari per rendere conto della difficoltà di coesistere di anime tanto diverse da essere destinate a finire per scontrarsi sempre, nonostante le intenzioni.Trieste città delle mille anime, dove lo stesso io narrante di Covacich si interroga sull'assenza di un'appartenenza chiara e univoca sia del proprio ambiente che di sé stesso (lo scrittore dal nome slavo che però ha come lingua madre solo la lingua italiana). Cercando tra le anime letterarie della città, prime tra tutte quelle di Svevo, Saba e Tomizza, ma anche di anime culturali "altre", come Morris e Bibalo, Covacich sembra girovagare tra i mille rivoli etnici, storici, culturali, familiari che costituiscono la struttura narrativa di questo libro, interrogandosi continuamente sul senso di questo melting pot involontario che le vicende storiche hanno imposto ad una città e a una regione europea che, in assenza di una radice propria storicamente consolidata, ne ha assorbite troppe altrui, finendo poi per non riconoscersi davvero in nessuna. E di questa mancanza di un punto di riferimento risente purtroppo anche il libro, che rende conto di mille fatti con una lingua eccellente, ma senza dare al lettore un messaggio che lo appassioni davvero, viaggiando continuamente su un livello di astrazione tanto elevato da risultare poco coinvolgente.
Nessun commento:
Posta un commento