lunedì 3 luglio 2017

Cartongesso

di Francesco Maino - Einaudi

Quanto si può diventare insofferenti nei confronti di un territorio che si ama e che è stato violentato per anni in nome dello sviluppo economico e della cultura dell'accumulo? E quanto dura può diventare la tua rabbia, se il tuo lavoro è tutelare i più deboli, che di questo meccanismo sono le vittime principali? Un saggio sulla deriva consumistica del Nord-Est, visto con gli occhi di un avvocato in crisi che non riesce più ad accettare il sistema in cui si muove.

Più che un romanzo, il libro di Maino è un saggio sulla deriva socio-economica del Veneto – ma il discorso potrebbe essere allargato a tutto il territorio nazionale – che ha alterato territorio, valori, morale, ma soprattutto il pensiero dei suoi abitanti. Il libro non si legge facilmente, è un monologo unico privo di divisioni in capitoli, che schiaffeggia il lettore con una lingua dura e potente, raffinatamente brutale, esercizio di neologismi, toponimi inventati, pezzi di dialetto e figure retoriche allineati come una linea del fronte. Il nemico? il Nord-Est volgare e consumista, opulento ma incapace di godere della ricchezza accumulata, alla cui descrizione fa da filo conduttore la crisi esistenziale dell'avvocato di provincia Michele Tessari, ex necroforo e difensore di piccoli delinquenti e immigrati (quasi) clandestini.
Sicuramente un libro non per tutti, che chiama ad un esercizio mentale pesante e che dà il meglio di sé a 60 pagine dalla fine.
Un consiglio è quello di dare una rapida occhiata, prima di iniziarne la lettura, alle note sui protagonisti messe a fine libro.

Giudizio sintetico: Faticoso

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