di Laure Halse Anderson, Giunti ed.
Avere 18 anni è bello per chi ha un'età molto più avanzata e apprezza il momento della vita in cui tutto sembrava possibile. Quando i 18 anni li si vive, invece, le infinite possibilità scatenano emozioni difficilmente controllabili.Ultimo anno del liceo. E' giunto il momento di scegliere il proprio futuro. La protagonista, una diciottenne americana, pensa di sapere quale debba essere il suo: frequentare un college prestigioso, il MIT, dove ha studiato sua madre, morta quando lei era ancora bambina.
Ma se il MIT non accoglie la sua domanda, cosa fare di sé? Il senso di fallimento, la paura di sbagliare, lo sforzo di accettare la complessità del proprio io, l'impossibilità di ridurre la vita a formule di chimica (la materia in cui eccelle) suscitano nella ragazza un mondo di emozioni difficili da sopportare. Non resta che correre fino a sfinirsi per non sentire più niente. Le tragiche vicende di una famiglia vicina di casa costringono però la ragazza a fermarsi e a iniziare il lento e faticoso processo dell'accettazione di sé.
Un romanzo di formazione al femminile che, pur profondamente americano, può costituire una lettura piacevole e neanche troppo superficiale per le ragazze dell'età della protagonista.
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