di Joe R. Lansdale
Cosa piace di più di Lansdale? i dialoghi surreali ed esilaranti di Hap & Leonard? o la forza narrativa dello scrittore che ci racconta la rabbia e la povertà del Texas di inizio 900 di "Tramonto e polvere"? In questo romanzo western e profondamente antirazzista le note distintive che più hanno connotato questo scrittore sono presenti entrambe; ci metteremo davvero poco a ritrovarci a fare il tifo per questo eroe nero e strambo con le orecchie a sventola, la cui epopea passa attraverso le storture e le contraddizioni che hanno connotato il periodo della storia americana dalla fine della guerra civile.Cosa potrà mai succedere a un ragazzino di colore che si ferma ad ammirare da lontano il posteriore della moglie di un vicino? Di tutto. Comincia infatti così la tremenda epopea di Willie, che si trova di punto in bianco a dover sfuggire alle ire di un vicino razzista e violento che gli dà la caccia per vendicarsi di un affronto che in realtà non è nemmeno avvenuto. Nella sua lunga fuga nel Sud di un Paese che non ha ancora assorbito lo shock di una guerra civile persa male, il ragazzo incontrerà i personaggi più sgangherati e improbabili, e diventerà adulto imparando a proprie spese che in un posto come quello il carattere e le armi possono fare la differenza, nel bene e nel male. I dialoghi estemporanei di Lansdale si mischiano in questo romanzo con un emozionante ritratto del West che ricorda molto la passione per la frontiera di Cormack Mc Carthy.
Nat Love non è un eroe, non è un pistolero, non ha nemmeno delle radici da cui attingere o un ideale per cui lottare, non ha nemmeno lo stesso nome in tutto il libro, ma è tutto questo assieme e lo rivendica con forza, mostrando a un Paese cencioso e selvaggio che il colore della pelle non può impedirgli di essere se stesso, soprattutto se ha un'arma in mano.
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