di Alberto Rollo, Manni Editore
Il romanzo vorrebbe essere un viaggio nella Milano del passato, tra gli anni '50 e la fine degli anni '70 ,attraverso momenti di vita personale contestualizzati nel tessuto sociale e culturale milanese.
Un'autobiografia in cui il narratore, quasi sfogliando un album di vecchie istantanee, ripercorre la propria storia collegata a quella della città in cui il padre, di origine leccese, si era trasferito. Le origini operaie sono un elemento fondamentale. Un padre comunista integerrimo, non indulgente con le debolezze del figlio, costituisce un modello pesante e nello stesso tempo ben definito con cui fare i conti tutta la vita. La Milano degli anni '60-primi anni '70 e i personaggi che l'hanno resa viva e pulsante: Jannacci, Fo, Streheler e tanti altri. Amori, amicizie, esperienze culturali e politiche presentate con occhio distaccato e cronachistico, povero di pathos. Non è sufficiente elencare avvenimenti, stati d'animo, personaggi perché si crei empatia con il lettore, che deve rinunciare al piacere dell'identificazione con il protagonista. Solo il lutto cui si fa riferimento nelle pagine finali muove le corde della commozione. Per voler controllare gli eccessi del cuore è uscito un libro senza cuore.
Giudizio sintetico: Autoreferenziale
Nessun commento:
Posta un commento