mercoledì 10 giugno 2020

La legge del sognatore

di Daniel Pennac, Feltrinelli

Che cosa è sogno e che cosa è realtà? Ormai avanti negli anni, l'autore sembra interrogarsi sul significato del sogno, alternando in questo non-romanzo autobiografico esperienze oniriche ad avvenimenti della sua infanzia. Il risultato è un atto d'amore per uno dei più grandi sognatori del mondo dell'arte, al quale lo stesso autore dedica molta attenzione, tanto da metterlo in copertina: Federico Fellini.

Tutto parte da un ricordo lontano, una sera dei primi anni '50 in cui Pennac bambino, in compagnia dell'amico di sempre, sta aspettando il sonno prima di una gita importante, organizzata da suo padre, in cui andranno per la prima volta a fare immersioni in un lago artificiale. Quella notte, il giovanissimo Daniel sogna una luce liquida che sgorga da lampade e lampioni e allaga tutto l'ambiente, travolgendo ogni cosa. Più di mezzo secolo dopo i due amici si ritrovano nella stessa stanza, decidendo di ripercorrere la stessa esperienza come al tempo della loro infanzia. Ma che cosa è cambiato, e quale consapevolezza adulta separa sogno e realtà? Come si intrecciano il vissuto del reale e quello apparentemente autentico della vita onirica? L'alternarsi delle due esperienze nell'anima e nella storia dello scrittore ormai anziano si intrecciano con i ricordi di un mito, quello per il regista italiano Fellini, del quale Pennac ha coltivato il culto a partire da un disegno originale appeso sopra al letto, regalo del regista alla madre dello scrittore nel periodo in cui la donna lavorava come costumista a Cinecittà.
Confondendo continuamente i piani del reale e dell'immaginario, Pennac
traccia uno speciale Amarcord del suo rapporto con l'esperienza onirica, eliminando con naturale delicatezza il confine tra sogno e realtà. Il risultato solletica e sorprende continuamente, con uno stile felliniano forse meno adatto a un romanzo piuttosto che al cinema, ma sicuramente singolare.

Giudizio sintetico: Onirico

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