di Paola Barbato, Piemme
Quanto deve essere preoccupato un genitore, quanto controllo va esercitato sui figli per far sì che riescano ad emanciparsi pur rimanendo al sicuro? Su questo dilemma è costruita tutta la trama di questo strano noir, nel quale i moltissimi personaggi danno una serie di differenti interpretazioni della capacità di essere genitori responsabili. Un thriller teso che paga tuttavia il prezzo di voler declinare la vicenda in troppe derivazioni, costringendo spesso a ritornare sulle pagine già lette per non perdere il filo.
Anni '80. Un misterioso rapitore riesce ad eludere la sorveglianza di genitori distratti per rapire bambini di entrambi i sessi, attirandoli nella sua auto. Si direbbe un orco, se non fosse che quei bambini ricompaiono dopo alcuni giorni pieni di felicità, raccontando di attenzioni e cure che nulla hanno a che fare con la pedofilia, ma che anzi costringono i loro genitori a ripensare il proprio atteggiamento precedente. Una serie di rapimenti che si direbbe "a fin di bene", se non fosse che trent'anni dopo i rapimenti iniziano a ripetersi, proprio a danno dei figli di quei bambini, ormai diventati genitori a loro volta. Ma in questi nuovi episodi, i bambini non tornano felici e sorridenti, ma muoiono.
Un romanzo thriller corale, nel quale i numerosi protagonisti declinano in modo vario e articolato le caratteristiche contrapposte delle varie tipologie caratteriali umane.
La trama singolare e articolata si ferma tuttavia davanti all'eccessivo sviluppo delle varie facce dell'intreccio, facendo spesso perdere – almeno nella prima parte – il filo del racconto, anche se il libro rimane comunque interessante per l'argomento trattato e per i vari punti di vista che ne scaturiscono.
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