di Oliver Sacks, Adelphi
L'autobiografia, scritta poco prima della morte, di un medico – neurologo – che pone la sua professione al centro della propria vita, con uno studio appassionato delle patologie soprattutto mentali, svolto in buona parte a contatto con i pazienti, con l'osservazione costante e attenta della condizione umana e soprattutto della malattia. Curiosità, entusiasmo, coraggio rendono Oliver Sacks protagonista di esperienze fuori dalla norma, proprie di chi cerca di spingersi sempre avanti e di vivere "in movimento".Nato a Londra negli anni '30 da una famiglia di medici, Oliver è sempre stato appassionato di moto. Sulla copertina dell'autobiografia appare a 18 anni su una BMW R60, la prima moto non usata che avesse acquistato. Una passione, quella della moto, ereditata dal padre, un medico morto più che novantenne abituato fino alla fine a visitare i pazienti a domicilio perché, per capire la malattia, è utile vedere il contesto in cui il paziente vive. Omosessuale in un'epoca in cui in Inghilterra il comportamento omosessuale era considerato perverso, è accusato dalla madre di essere "abominevole". La donna arriva a dirgli che preferirebbe non fosse mai nato.
La sua esperienza di medico si arricchisce attraverso spostamenti da uno Stato ad un altro, e in diverse città. Gli Stati Uniti diventano la sua terra, quella in cui si spegne a New York.
Il libro percorre la vita personale, narrata in modo lucido e oggettivo, e quella professionale attraverso diversi esempi di casi clinici. È lui ad esempio il medico di Risvegli, esperienza che Sacks ha trattato nel libro omonimo, da cui è stato tratto un noto film. Negli anni '20 una pandemia di encefalite letargica aveva causato milioni di morti e i malati erano in condizione di "coscienza sospesa". La somministrazione di L-dopa (precursore della dopamina) utilizzata per i malati di Parkinson, aveva portato a "risvegli" dei pazienti.
Un'opera molto ampia, a volte di lettura non semplice per chi poco sa di neurologia, che tuttavia si legge con interesse soprattutto grazie alla figura del protagonista, intensa e vitale.
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