sabato 2 maggio 2020

Follia maggiore

di Alessandro Robecchi, Sellerio

Romanzo malinconico e piacevole come il suo protagonista, quel Carlo Monterossi che Robecchi ha già fatto apprezzare nei suoi romanzi precedenti, con il contorno di personaggi e quartieri che dipingono senza sconti la Milano da bere del nuovo millennio. Questa volta ridotto soprattutto ad autista e factotum di un anziano contabile ricco e potente, Monterossi non perde comunque occasione per sottolineare in modo smaliziato la sua distanza – morale e intellettuale – da quel mondo che detesta ma dal quale sembra proprio non riuscire mai a staccarsi.

Un omicidio incomprensibile, una signora della borghesia uccisa da una brutta caduta dopo un'aggressione ad apparente scopo di rapina. Ghezzi e Carella, due investigatori della Mobile di Milano, iniziano a scavare nel passato della vittima per venire a capo di un delitto che presenta troppe incongruenze. Ma la notizia del delitto smuove qualcosa anche nel passato di Umberto Serrani, un facoltoso e anziano signore, ancora ben introdotto nel mondo della finanza border line, che ha passato la vita a mettere al riparo le fortune altrui e che con la vittima aveva avuto una tempestosa storia d'amore un quarto di secolo prima. Serrani, che ha avuto modo di conoscere Monterossi e il suo amico Oscar Falcone in circostanze particolari, decide di assumerli per capire qualcosa di più della vita e della morte della sua vecchia fiamma.
Con capitoli alternati tra Ghezzi-Carella e Monterossi-Falcone il libro srotola una trama articolata che vede nel rimpianto il motivo scatenante di tutte le vicende, e nel quale è la città meneghina, con le sue stranezze e la rosa delle sue possibilità, la vera protagonista. Come sempre, in sottofondo, la TV commerciale e un Bob Dylan profetico, al quale qui si affiancano arie liriche e una Cenerentola involontaria.

Giudizio sintetico: Nostalgico



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