di Lidia Ravera, Bompiani

Roma, 2016. Emma, insegnante in una scuola di periferia della città, docente appassionata, coinvolta nell'impegno sociale del suo lavoro di educatrice pronta ad aiutare gli alunni più disagiati, sta per incontrare Carlo, il suo grande amore di gioventù, diventato poi suo marito, con cui, dopo il divorzio, non ha mantenuto contatti. Ora è sposata con Alberto, hanno una figlia: Carlo sembra appartenere al passato. Lui del resto, regista di fama, vive a New York, ha da poco girato un film sulla propria giovinezza in cui ha messo in scena anche la loro storia. Emma ha stroncato con una critica dura il film. Questo che li attende potrebbe essere un appuntamento chiarificatore. Emma è in bicicletta, sta per arrivare da Carlo, ma finisce sull'asfalto, ferita gravemente nello scontro con un'auto. Mentre la donna lotta tra la vita e la morte, si snoda la storia d'amore dei due protagonisti, proprio attraverso le pagine di quei quaderni che Emma ha scritto in gioventù.
Un romanzo che si legge facilmente grazie alla fluidità della prosa, che lascia però perplessi e poco convinti.
La difficoltà di vivere nella realtà i sogni e le passioni della giovinezza, la paura di fidarsi completamente dell'altro, le ambizioni personali che a volte sacrificano il rapporto di coppia, i non detti più o meno grandi... tematiche buttate lì, trattate in modo superficiale. Rimane un velo di nostalgia un po' di maniera per un'epoca del passato in cui i giovani sognavano e sentivano che i propri sogni erano condivisi dai propri coetanei.
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