venerdì 4 dicembre 2020

Vite che non sono la mia

di Emmanuel Carrère, Einaudi 


Un romanzo che, partendo da esperienze vissute, collettive e personali, si interroga sul senso della vita, sull'amore, sul rapporto che lega ognuno di noi agli altri esseri umani. Le esistenze degli altri, se guardate con interesse profondo, ci liberano dalla prigione del nostro io modificando il nostro modo di vedere la realtà.

Emmanuel e Hélène sono in vacanza nello Sri Lanka nel 2004. Nella notte di Natale, quella che precede lo tsunami, pensano con malinconia che quelle saranno le loro ultime vacanze insieme. La grande passione che li aveva uniti creando l'illusione di costruire una vita insieme, di invecchiare insieme, si sta spegnendo. Non c'è astio tra i due, solo la consapevolezza che i sentimenti finiscono. Ma il giorno successivo lo tsunami travolge tutto e tutti, modificando nel tempo anche il loro rapporto. L'isola non è più quella di prima, coperta di fango e corpi straziati, i sopravvissuti cercano i loro cari con un'angoscia che li soffoca. Emmanuel e Hélène vivono il dolore lacerante di una coppia, anch'essa di origine francese, che perde la figlioletta di 4 anni, Juliette, spazzata via dall'onda anomala; assistono alla disperata ricerca di una donna, che ha smarrito il marito e, paventandone la morte, è sicura che non potrà sopravvivergli. Tornati in Francia, dopo poco tempo un'altra sciagura, questa volta nell'ambito familiare. La sorella di Hélène, anche lei di nome Juliette, sta male: cancro al seno con metastasi ai polmoni. Già da ragazza il cancro l'aveva colpita rendendola zoppa, ora ha 33 anni ed è un giudice, è sposata con Patrice – che ama molto – e ha 3 figlie piccole, l'ultima di solo 15 mesi. Parlando a lungo con Patrice ed Etienne, amico e collega di Juliette, Emmanuel vive le loro esistenze e comprende il legame tra Juliette e Etienne; anche lui ha avuto il cancro, si è interrogato sulla malattia, ha vissuto, come la donna, il timore e la speranza che i propri cari, dopo la propria morte, riusciranno a comunque a vivere. Con lui può rivelare i momenti di disperazione, risparmiati a Patrice. 
Un romanzo intenso, che sebbene sia scritto in prosa scorrevole è anche faticoso  per i temi trattati, soprattutto nella seconda parte. Un romanzo che rimane nel cuore del lettore. 

Giudizio sintetico: Vite vissute

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