di Piergiorgio Pulixi, Rizzoli
Noir solido, ambientato in Sardegna tra Cagliari e l'Ogliastra, storia di un'inchiesta condotta da due donne poliziotto di indole, carattere, storia e lingua diverse, che solo l'obiettivo comune di trovare l'autore di un truce delitto riesce a mantenere unite. Molto singolare l'attenzione che l'autore presta al concetto del mito, qui declinato in chiave arcaica.Sono due donne antitetiche, ma accomunate dal destino di essere state confinate, per punizione, nello scantinato più umido e buio della Questura di Cagliari: un angolo in cui si accumulano i cold case, delitti insoluti che il tempo ha relegato nel dimenticatoio ma che non possono ufficialmente essere chiusi. Mara e Eva si detestano: la prima è elegante ma sboccata, usa il dialetto e non ha peli sulla lingua, ma sa apprezzare l'estetica e conosce bene la sua città. Eva invece è una dark mezza irlandese appena sbarcata nel capoluogo sardo, pallida ed emaciata, sempre in jeans e anfibi consumati, che vive in un monolocale e ha alle spalle una storia buia, un curriculum importante e il desiderio di cambiare vita a tutti i costi, anche al prezzo di sopportare l'astio della collega – peraltro ricambiato. All'improvviso, un delitto truce dal sapore rituale le costringerà a rimettersi in gioco imparando ad apprezzarsi reciprocamente, assieme ad un collega gravemente malato che in passato si era occupato in modo ossessivo di casi troppo simili al loro per non essere interpellato.
Thriller accattivante con un intreccio articolato, paga il prezzo di una caratterizzazione forse eccessiva di molti personaggi, che tuttavia riescono comunque ad essere sufficientemente credibili da lasciare addirittura in ombra le descrizioni dei luoghi, in realtà molto ben definiti.
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