lunedì 2 marzo 2020

La misura del tempo

di Gianrico Carofiglio, Einaudi

Nuovo romanzo con protagonista l'avvocato Guerrieri. Per chi apprezza l'autore, un appuntamento imperdibile per la capacità del narratore di unire alle vicende di carattere giudiziario, considerazioni sulla vita, sui rapporti con la realtà e, come in questo caso, sul tempo.  Lorenza, la donna che si rivolge all'avvocato per la difesa del figlio accusato di omicidio, ha avuto in gioventù con lui una storia d'amore. Passato e presente si mescolano, i ricordi riaffiorano mentre si svolge il processo di appello.

Bari, giorni nostri. Lorenza Delle Foglie fissa un appuntamento con l'avvocato Guerrieri. Il nome della donna, prima ancora di vederla, riporta l'avvocato al passato, a quando aveva circa 25 anni, era praticante avvocato, e aveva avuto una storia d'amore con una ragazza più grande di lui di circa 5 anni. Una ragazza affascinante,
disinibita, misteriosa, che l'ha lasciato poi senza spiegazioni. Sono passati 27 anni. La persona che si presenta all'appuntamento è proprio quella ragazza ma è molto cambiata, capelli grigi, un aspetto dimesso, invecchiato più del normale. La donna lo prega di assumere la difesa del figlio Jacopo, già condannato in primo grado per l'omicidio di uno spacciatore. L'avvocato che l'aveva seguito in primo grado è morto e, forse per la condizione di malattia in cui versava, ha condotto  la difesa in modo discutibile. Guerrieri accetta pur riconoscendo la difficoltà della causa, in quanto le prove indiziarie sembrano portare a una sentenza di colpevolezza. Si tratta, per Guerrieri, di riuscire a presentare una diversa interpretazione dei fatti e insinuare un ragionevole dubbio sull'impianto di colpevolezza.
La storia è interessante, forse la parte processuale un po' prolissa, ma lo stile del narratore rende la lettura sempre piacevole; l'ironico distacco dello sguardo del narratore sulle cose della vita, le sue considerazioni sul tempo che scorre lento nella giovinezza, essendo ricco di scoperte ed eventi e veloce in vecchiaia per la monotonia delle giornate, sull'assenza della verità che è, come affermato da Elias Canetti, "una roccia solo per chi non la sente e non la respira."

Giudizio sintetico: Tempus fugit

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