di Ottessa Moshfegh, Feltrinelli

Una storia particolare, grottesca, ambientata all'inizio del XXI secolo, narrata in prima persona dalla protagonista, che per liberarsi dai suoi pensieri e resettare la propria vita passata decide di entrare in un letargo della durata di un anno. Si fa aiutare da un'improbabile psichiatra, la dottoressa Tuttle, che le prescrive farmaci tranquillanti e ipnotici in quantità straordinaria. L'isolamento della ragazza è interrotto talvolta dalle visite, in verità poco gradite, di Reva, la sua migliore amica, per la quale esce momentaneamente dall'isolamento partecipando al funerale della madre.
Pagina dopo pagina si capisce che la scelta della protagonista di staccarsi dal mondo nasce dal fallimento del rapporto con Trevor, uomo affettivamente immaturo, e soprattutto da un'infanzia segnata dalla mancanza di genitori, falliti come coppia e incapaci di amarla.
La conclusione del romanzo, che rimane aperta all'interpretazione dei lettori, collega la disgregazione individuale a quella della società occidentale.
Un romanzo di non facile lettura, non divertente come definito in quarta di copertina, che stimola alla riflessione sulla realtà dei nostri giorni.
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