di Donatella Di Pietrantonio, Einaudi
Scrittura forte, con frasi che sono sentenze ipotattiche di forte effetto, per questo sequel de l'Arminuta che rappresenta tuttavia un libro a sé stante e che può essere letto con piacere anche da chi non ne conosce già le protagoniste. Caratteri femminili fortemente connotati e particolarmente interessanti risaltano in una vicenda che si nutre di emozioni non scontate e nella quale è facile ritrovare i conflitti familiari di molte realtà italiane.
L'Arminuta è cresciuta, ha trovato un cambio di vita, successo professionale, marito, forse non nell'ordine giusto. Nella sua dimensione è sempre stata presente la tempestosa sorella Adriana, compagna di sventura di un abbandono bambino che ha lasciato segni indelebili sulla loro vita affettiva. Un'assenza di tenerezza compensata con l'amore totalizzante per i rispettivi fidanzati, Piero e Rafael, che sono il rifugio e la condanna delle due bambine diventate adulte. È una storia interessante quella di queste due donne, legatissime e sempre in contrasto tra loro, affamate di amore ma capaci di dominare le passioni, così diverse e tuttavia così unite nella consapevolezza della sfortuna affettiva che è toccata loro. La madre mantiene comunque una presenza imbarazzante nelle loro esistenze, che ignori o maledica, che predìca separazioni o che semplicemente rimanga freddamente arroccata nella sua alterigia contadina.
Con una lingua potente ed efficace, esaltata da un registro regionale sempre presente, l'Autrice ci porta in un Abruzzo eterogeneo, fatto della parte moderna di Pescara, dove la protagonista ha vissuto agiatamente con il marito dentista, ma anche del quartiere Borgo Sud, che al puzzo del pesce accompagna i suoni e l'odore di una vita più difficile ma più passionale e dove Adriana ha trovato il suo pescatore, amore giovane e totalizzante. Tutto a soli 50 km dal paese dell'entroterra in cui sono cresciute "figlie di nessuna madre", in una dimensione arcaica e contadina che ha reso le due protagoniste dure e fragili ma capaci di coinvolgere emotivamente anche il lettore più distaccato.