venerdì 22 gennaio 2021

Il concerto dei destini fragili

di Maurizio De Giovanni, Solferino Editore 


Non un thriller, come ci attendiamo aprendo un romanzo di De Giovanni, non l'ambientazione precisa e talvolta elegiaca della città di Napoli, ma un racconto, breve e intenso, con tre personaggi centrali, un medico, un avvocato e una domestica proveniente da un Paese dell'Est, nell' Italia della pandemia da Covid19. Voci diverse che formano un concerto doloroso di fronte ad un virus che colpisce indiscriminatamente. Che la fragilità sia elemento costitutivo della natura umana è cosa risaputa, la pandemia come la guerra ci pone con evidenza di fronte ad una realtà di cui spesso ci si dimentica, nell'illusione di poter vivere per sempre.

In una città italiana, nel 2020, le storie di tre personaggi che non hanno alcun legame tra loro. Il giovane dottore, che si dedica con tutto se stesso a curare, senza sapere neppure bene come, i malati di questo misterioso virus, con la disperazione di chi molte volte non può salvarli o addirittura non ha letti sufficienti per poterli ricoverare in rianimazione; l'avvocato di successo, ricco, dalla vita dissoluta, distrutto da una relazione finita ormai da tempo, che vive nella nostalgia di quell'amore; Svetlana, donna delle pulizie, che non riesce più a trovare lavoro. Le signore, che prima si facevano aiutare nei lavori domestici, ora, chiuse in casa, provvedono loro stesse alla pulizia del loro appartamento e lei deve pagare l'affitto del suo piccolo bilocale, provvedere alla figlia adolescente e pensare al compagno che vive con loro, che da quando non trova più lavoro, si ubriaca ed è diventato violento. È straniera, non in regola, non ha aiuti. Destini diversi, che si incontrano casualmente in una notte terribile. Un racconto intenso, ricco di sentimento, sulle nostre paure, sul senso di smarrimento che ha colto tutti noi improvvisamente, colpiti da un male inatteso e fuori controllo. E ci siamo sentiti ancora come foglie, di omerica o ungarettiana memoria, che un alito di vento, ad un tratto, fa cadere. 

Giudizio sintetico: Fatale

sabato 16 gennaio 2021

Nel mare ci sono i coccodrilli

di Fabio Geda, Baldini & Castoldi

Un best seller basato su una storia vera. Un bambino che diventa uomo nel tentativo, durato ben otto anni, di sfuggire ad un destino avverso con una migrazione dal Pakistan all'Italia, lungo la massacrante via che passa da Iran, Turchia e Grecia. Una storia di crescita e liberazione raccontata con una velata ironia, una scoperta del mondo tracciata attraverso gli occhi semplici e innocenti di un ragazzino che vede la realtà senza pregiudizi, qualunque essa sia.

Enaiatollah Akbari è un bambino afgano nato nella parte sbagliata di un conflitto. Anche quando le parti in causa cambiano, la sua appartenenza etnica rimane comunque la parte sbagliata. Ecco quindi che la madre, rimasta vedova da un giorno all'altro e priva di mezzi, piuttosto che vederlo finire come pagamento di un debito involontario si trova costretta ad abbandonare Enaiatollah in Pakistan, facendogli promettere di diventare una persona retta. In poco meno di un decennio il ragazzo passa da un lavoro all'altro, impara nuove lingue, conosce nuovi compagni di viaggio, riesce a farsi accettare nelle realtà più improbabili, fino a raggiungere l'Italia attraverso la rotta più feroce, quel viaggio della speranza che attraversa Pakistan, Iran, e, attraverso montagne infinite e nascondigli crudeli, conduce prima in Turchia, poi in Grecia, e infine in Italia.
Un romanzo che è una storia vera, di riscatto, speranza e rassegnato fatalismo, raccontato attraverso gli occhi di un ragazzino ingenuo ma intelligente, che confronta le sue poche conoscenze con realtà tanto inadatte alla sua età quanto ineludibili e sconosciute. Sconvolgente, per il lettore occidentale, il pensiero che tutti gli episodi narrati rappresentino per molti minori una cronaca reale di esperienza quotidiana, tra speranze deluse, lingue sempre straniere, paure tutt'altro che infondate e sogni irrinunciabili.

Giudizio sintetico: Migratorio

venerdì 15 gennaio 2021

Gli insospettabili

di Sarah Savioli, Feltrinelli 

Un thriller diverso dal consueto. La protagonista, Anna, ha una straordinaria capacità: grazie ad un piccolo ematoma cerebrale, è in grado di comunicare con tutti gli esseri senzienti, umani ma anche animali e piante. Un dialogo che nasce dall'attenzione e dall'ascolto che Anna rivolge loro, considerandoli non insignificanti comparse, ma esseri viventi meritevoli di considerazione e di rispetto. La simpatia e la sensibilità di Anna rendono il romanzo leggero e godibile. 

In una cittadina della provincia italiana, in un qualunque pomeriggio invernale, un uomo di 34 anni, Armando Piazza, muore cadendo dalla finestra della propria casa. Un caso di suicidio. Ma la mamma di Armando non è convinta. Suo figlio era un ex tossicodipendente, che ora però aveva un lavoro e viveva come tanti altri. La donna si rivolge ad un investigatore privato, Giovanni Cantoni, che lavora con il fidato e solare Tonino e con Anna, la donna dotata della capacità di avvalersi dell'aiuto di vari testimoni invisibili: gli animali e le piante. I 3 si impegnano nell'indagine, accompagnati dal cane del Cantoni, l'alano Otto, goloso di dolci e restio ad esporsi nelle situazioni pericolose, nonostante le dimensioni voluminose del suo corpo. Anna lavora con passione, conciliando l'impegno di detective con quello di madre di famiglia. Una famiglia composta dal marito Alessandro e dal piccolo Luca di 4 anni – attento osservatore di tutto quel che viene detto e fatto dagli adulti –, dal gatto Banzai e dal suo ficus. Anna che è sempre di corsa, con il timore di arrivare in ritardo a prendere il figlio all'asilo o a presentarsi al lavoro, pronta a battibeccare con il suo capo (il Cantoni), ma sempre comunque attenta ad ascoltare gli altri e a mettere insieme gli elementi di indagine raccolti. Un racconto originale, ironico, un giallo ben strutturato, con attenzione alle caratteristiche psicologiche dei personaggi, ma soprattutto teso a far emergere il valore dell'empatia e del vivere in armonia con tutti gli abitanti del pianeta.

Giudizio sintetico: Empatico

sabato 2 gennaio 2021

Le signore in nero

di Madeleine St. John, Garzanti 


Romanzo pubblicato nel 1993, ambientato a Sydney negli anni '50, opera prima di una scrittrice australiana, prima ad essere candidata al Man Booker Prize. Il libro è stato tradotto e pubblicato in Italia solo nel 2019. Una commedia, leggera e scorrevole, non banale, con interessanti approfondimenti psicologici e sociali. Protagoniste 4 donne, al centro non di una trama gialla come il titolo potrebbe suggerire, ma semplici commesse che indossano nel grande magazzino Goode's, in cui lavorano, un'elegante uniforme nera.

Secondo piano del grande magazzino Goode's di Sydney, due eleganti reparti: quello di "Abiti da cocktail" e quello dei "Modelli esclusivi". Qui lavorano, sotto l'attenta supervisione di Miss Jacobs, la responsabile delle modifiche, 4 donne: Patty, sposata da anni con un uomo che ora sembra non vederla neanche più; Fay, che ambisce al matrimonio ma non riesce ad incontrare uomini con intenzioni "serie"; Magda, elegante, affascinante donna di origine slovena; e infine Lesley, l'ultima arrivata al magazzino, assunta perché presumibilmente intelligente, visto che è vicina al conseguimento del diploma di scuola superiore, pur se d'aspetto modesto, a causa dei suoi vestiti confezionati dalla madre, e con un fisico esile ed insignificante da ragazzina. Lesley tre anni prima ha scoperto la poesia Tigre di Blake e, avendo scritto una tesina sull'opera, ha ottenuto l'attenzione e la considerazione dei suoi insegnanti, migliorando sensibilmente il proprio profitto scolastico. Lesley – o Lisa, come ha deciso di farsi chiamare da quando ha iniziato a lavorare da Goode's – vorrebbe continuare gli studi, sostenuta dalla madre, ma il padre, un uomo che dopo il lavoro trascorre il suo tempo al pub scolando birre e spendendo grosse somme di denaro in scommesse, considera l'università una mera perdita di tempo. Il lavoro da Goode's trasforma Lisa, la rende più sicura di sé grazie alla guida di Magda, che la inserisce nel proprio ambiente, quello degli europei che vivono a Sydney, ambiente più colto, aperto ed elegante di quello degli australiani che pure un poco disprezzano questi rifugiati europei del dopoguerra. 
Tema del romanzo è un nascente femminismo, per cui nelle donne, abituate a definirsi nei loro ruoli nei confronti degli uomini e a ritenere che la propria felicità sia dipendente da loro, si fanno strada ambizioni, desiderio di libertà e consapevolezza di sé che sembrano preludere a un cambiamento della mentalità femminile. Un romanzo gradevole e ben scritto, che si legge rapidamente e stimola qualche riflessione.

Giudizio sintetico: Glamour

Broken

di Don Wislow, HarperCollins Italia Ed.

Sei romanzi brevi dello scrittore americano, sei storie in cui i personaggi ricorrono in più punti e in cui si rincontrano alcuni protagonisti di romanzi precedenti  che hanno fatto la fortuna di questo istrionico autore. Scritte con stili volutamente diversi – alcune dediche di apertura dei romanzi lo testimoniano con sufficiente evidenza –, le storie raccontano un'America perduta ma non disperata, in cui il valore della vita umana sembra sempre meno importante, ma nella quale sopravvivono valori discutibili nella forma, ma sostanzialmente improntati a una certa etica morale, non sempre condivisibile.

Nel primo racconto i protagonisti appartengono ad una famiglia di poliziotti. La madre centralinista del 911, i figli entrambi sulla strada: il maggiore a capo di una spregiudicata squadra d'assalto, il secondo alle prime armi. Sarà proprio l'omicidio di quest'ultimo a mettere in crisi i princìpi etici di una madre distrutta, che non esita a scatenare il figlio maggiore in una vendetta senza freni. La violenza qui è il tema dominante.
Nel secondo romanzo, Highway 101, dedicato a Steve Mc Queen, un ladro professionista e un poliziotto che ha dedicato la sua vita alla caccia di questo malvivente si rincorrono sulla strada costiera che dà il nome al racconto. Entrambi scenderanno a compromessi con le regole operative cui si sono sempre attenuti, in nome di una coerenza che non traspare all'esterno.
Nel terzo romanzo, un simpatico agente deve cercare di risalire alle ragioni che lo hanno visto mettere in ridicolo, di fronte alla città intera, da parte di uno scimpanzé fuggito da uno zoo con una pistola tra le mani. Personaggi, temi e stranezze che ricordano da vicino il maestro americano Elmore Leonard, cui sono ispirate forma narrativa e storia.
In Sunset, il quarto romanzo, ritroviamo contemporaneamente l'ambiente e i protagonisti de "La pattuglia dell'alba" e della serie dedicata a Neal Carey. In questo caso il fulcro è rappresentato dall'inflessibile quanto grasso Duke Kasmajian, garante delle cauzioni alla caccia di un fuggiasco, un ex campione di surf caduto in disgrazia.
Nel quinto romanzo ritroviamo Chon, Ben e O, il trio di amanti e spacciatori di erba protagonisti de "Le belve". Qui si ritrovano alle Hawaii per una joint venture che finisce male, tra mafie locali, questioni territoriali e una divisione evidente tra nativi e malihini, gli stranieri. È molto evidente in questa storia il desiderio di Winslow di racchiudere in uno stesso racconto i vari personaggi che ne hanno caratterizzato la storia professionale, qui improbabilmente tutti riuniti in una sperduta isola del Pacifico.
L'ultimo racconto, pur non dichiaratamente, sembra ispirato ad ambienti e caratteri dei romanzi di Cormac Mc Carthy. Il protagonista è un ex cowboy, riciclatosi come guardia di frontiera, che decide di intervenire personalmente per restituire una figlia alla madre immigrata clandestina, mettendosi contro una burocrazia e un'amministrazione più preoccupate della propria reputazione mediatica che degli obiettivi che dovrebbero perseguire.
Un libro in cui Winslow sembra voler recuperare personaggi e caratteristiche dei suoi noir più "narrativi", dopo la serie di romanzi più cronachistici dedicati al traffico di droga e alla corruzione.
Comunque una lettura piacevole, diversificata, che tiene ancorati alla pagina come un romanzo unico, nonostante la relativa brevità dei racconti.

Giudizio sintetico: Rieccoli