di Karina Sainz Borgo, Einaudi
Il tradimento di una rivoluzione latinoamericana che sfocia in una guerra civile, tragedia mai avvenuta in Venezuela nei termini raccontati nel libro, ma costruita con una verosimiglianza che la rende più vera del vero. Un romanzo che potrebbe essere la cronaca di uno dei ribaltamenti politici di una qualsiasi delle nazioni del continente sudamericano, e nel dramma di una donna che cerca di sopravvivere alla barbarie dilagante si possono ritrovare la paura e la disperazione di tutte le vittime di ogni guerra civile.Adelaida è una donna appartenente a quella piccola borghesia che nel Venezuela della ripresa economica e del mercato libero si era costruita un piccolo mondo confortevole: qualche amicizia, un lavoro intellettuale, la compagnia domestica di una madre anziana in parte da accudire. Ma la crisi politica e finanziaria ha purtroppo precipitato il Paese nella corruzione e nella violenza, la madre si è ammalata gravemente, a stento si riescono ancora a trovare i generi di prima necessità e i medicinali necessari. Per sfuggire al dilagare dell'abbrutimento sociale e riuscire a sopravvivere, Adelaida dovrà abbandonare ogni legame, ogni ricordo, facendo appello agli unici valori che in un conflitto sociale riescono a garantire la sopravvivenza: assenza di scrupoli e freddezza.
Un romanzo scritto con forza, passione e con un impressionante realismo, che è anche un canto disperato per un paese travagliato che non riesce a trovare una propria stabilità e nel quale sembra che solo i soggetti peggiori riescano a prosperare.
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