lunedì 29 maggio 2017

Di rabbia e di vento

di Alessandro Robecchi - Sellerio

Forse perché dopo tanti anni ormai posso considerarmi di Milano, ma pochi autori come Robecchi riescono a farmi sentire a casa mia mentre leggo le loro pagine.
Un noir divertente che ridicolizza Milano mentre ne esalta la scenografia cittadina e umana.

La città che Robecchi usa come sfondo per il suo romanzo è fredda e ventosa come Milano non è più da ormai molto tempo, ma si riesce comunque a sentirla davvero autentica, complice in tutte le declinazioni che l'autore mette in campo: dai grattacieli del centro direzionale alla Brianza industrialotta e volgare, dai bar malfamati sempre aperti del centro storico alle periferie spersonalizzate metà dormitorio e metà rifugio urbano di protagonisti spaesati diventati milanesi senza volerlo. L'indagine del solito Carlo Monterossi, autore televisivo suo malgrado, si snoda in tutti questi ambienti con la tecnica consueta di Robecchi, a partire dall'omicidio di una escort che piace a tutti anche da morta, alla descrizione del mosaico multietnico che compone la metropoli lombarda. La storia è bella, i protagonisti pure, i dialoghi simpatici e mai banali, ma chi la fa davvero da padrone è la città.

Giudizio sintetico: Meneghinoir

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