mercoledì 24 marzo 2021

È quello che ti meriti

di Barbara Frandino, Einaudi 


Una coppia, Claudia e Antonio. Ma il romanzo non è una storia d'amore perché l'amore per il quale si sono sposati, si è trasformato a poco poco in odio e insofferenza. Eppure i due stanno insieme, fermi nella loro infelicità, nel timore – mandando a monte il matrimonio – di rimanere soli e di perdere quell'identità acquisita legandosi in un quel vincolo. Un tormento che però si trascina nel tempo: "
Ma non ti viene mai voglia di mollarmi? In continuazione. E a te? In continuazione". 

Antonio è in alto su una scala appoggiata al tronco di un albero nel giardino di casa. All'improvviso perde l'equilibrio, cade. Infarto, dicono a Claudia i medici dell'ospedale. Dopo un periodo di ricovero dell'uomo, i due devono vivere  la convalescenza, insieme. E allora Claudia deve affrontare tutti i nodi di un rapporto logorato e in piena crisi. 
La voce narrante è quella di Claudia: attraverso i suoi occhi assistiamo alla presa di coscienza del fallimento del loro matrimonio, alla delusione successiva alla scoperta di avere accanto a sé una persona diversa da quella che ha sposato. Così è per lui. Allora erompe la rabbia, il desiderio di vendetta, di infliggere dolore all'altro, pari a quello che si avverte dentro di sé. Il tradimento che ognuno ha subìto non è tanto quello dei rapporti del partner con altre persone, quanto la consapevolezza di non essere più in grado di regalarsi reciprocamente il sogno di felicità. 
Un romanzo che affronta un tema non originale, alla base di vari libri, film e fiction. Merito di questo libro sono l'essenzialità e la rapidità della scrittura, le descrizioni brevi ma efficaci. Un libro leggibile, non un capolavoro, certo, ma un romanzo comunque dotato di una dignitosa medietà. 

Giudizio sintetico: Sogni infranti

giovedì 18 marzo 2021

Proprio come te

di Nick Hornby, Guanda


Dialoghi serrati e continui, confronto apparentemente impossibile tra due mondi che non si toccano, ma che grazie all'ironia trovano una piattaforma comune su cui coltivare qualcosa di importante. Nel titolo tutta l'ambivalenza di un rapporto tra un uomo e una donna con niente in comune e tutto da scoprire.

Londra, 2016. Sullo sfondo il confronto serrato tra i due schieramenti a favore o contro la Brexit, mappa eterogenea di una città sempre meno inglese e che sta perdendo le sue caratteristiche, riuscendo comunque ad assorbire l'immigrazione integrandola a fatica nel proprio tessuto sociale. Ne è un esempio Lucy, quarantenne insegnante progressista, colta e decisa, due figli in età scolare e un ex marito che tenta di neutralizzare la sua figura di ex alcolista cercando di farsi accettare dai figli, una donna che sente di avere poco in comune con le amiche frustrate che la immaginano vivere una vita da single tutta sesso e sregolatezza che lei riesce ad immaginare ancora meno di un nuovo rapporto con un marito adatto a lei: bianco, maturo e laureato. 
Per contro, ne è però un esempio anche Joseph, giovanissimo commesso di macelleria, nero, di famiglia religiosa, che per sbarcare il lunario fa anche l'allenatore di calcio e all'occasione il babysitter, ma il cui sogno nel cassetto è sfondare come deejay. E che sulla Brexit ha le idee confuse. 
Che cosa hanno in comune, questi due personaggi lo scopriranno insieme, protagonisti di una storia sbagliata in partenza, vissuta nel cuore di una City suddivisa in quartieri profondamente diversi ma all'interno dei quali la vita è quella di un paese, con i pettegolezzi, le botteghe, le vite di una microcomunità. Con la sua consueta ironia, in questo caso arricchita da dialoghi serrati che confrontano sentimenti e pensieri molto seri, ma che non sembrano mai approdare da nessuna parte, Hornby racconta il sogno dell'impossibile, ricordandoci che un sentimento, anche se non sopravvive, vale comunque la pena di essere vissuto, a dispetto delle differenze di età, politica, esperienza, ceto o colore della pelle.

Giudizio sintetico: Possibilista


lunedì 15 marzo 2021

Possiedo la mia anima

di Nadia Fusini, Mondadori 


Un libro appassionato e intenso, da leggere. Biografia di Virginia Woolf, una storia che entra nell'animo del lettore a poco a poco, si deposita e lì rimane. Un libro impegnativo, più di 340 pagine che si apprezzano soffermandosi sulle immagini e sulle parole, sulle riflessioni e sui sentimenti di questa donna straordinaria. Pagine che, svelando la protagonista, portano qualche lettore a guardare dentro di sé, a intuire qualcosa dei propri sentimenti e delle ragioni dei propri comportamenti. 

Una studiosa di valore, Nadia Fusini, con una prosa precisa e scorrevole, costruisce per il Lettore, cui si rivolge in alcune pagine inframmezzate al racconto, l'anima di Virginia Woolf. La narratrice ha letto con attenzione documenti, opere, lettere, diari, non solo con attenzione ma con l'affetto e la stima di chi si accosta a una persona eccezionale e ce ne vuole svelare il segreto. 
Virginia è scrittrice, femminista (convinta che le donne abbiano qualità superiori a quelle degli uomini e possiedano un istinto d'amore) pensatrice, uomo e donna, androgina, senza esaurire se stessa in nessuna categoria. Con un amore smisurato per la libertà. Ama passeggiare molto per la campagna o per le vie di Londra. La scrittura ha comunque un ruolo fondamentale per lei. Dice: "Per me niente è reale, se non quando scrivo". E nei suoi scritti c'è immaginazione, fantasia, ma soprattutto vita. 
Sofferente di una forma di psicosi depressiva, viveva con il timore di cadere nel gorgo della depressione – che periodicamente l'assaliva – senza possibilità di difendersi. Però è consapevole che proprio questi assalti le permettevano, scendendo nel profondo di quell'abisso, passo dopo passo, di raggiungere la verità.
Intorno a Virginia, la narratrice ci consegna altri ritratti ben disegnati: Leslie Stephen e Julia Princep, i genitori (dalla madre si sentì sempre non amata); Vanessa, la sorella amatissima di cui era gelosa; Leonard Woolf, il marito; Vita Sakville-West, presente nella sua esistenza dal 1922 alla morte. 
Un libro interessante anche per chi non ha mai letto niente dell'opera della Woolf, grazie alla narratrice: guida attenta, sensibile nel condurci con discrezione a cogliere l'anima di Virginia.

domenica 7 marzo 2021

I cerchi nell'acqua

di Alessandro Robecchi, Sellerio


Il mondo è sempre quello di Carlo Monterossi, ma in questo caso il nostro svolge solo il ruolo di anfitrione per introdurre un'indagine che si snoda su due canali paralleli, battuti dagli ex comprimari Ghezzi e Carella. Uno stile noir meno ironico che negli altri libri dello stesso autore, per un poliziesco investigativo di taglio classico americano che naviga in una Milano equivoca e delinquenziale raccontata con la cura e il disincanto cui Robecchi ci ha abituato.

Milano, oggi. Ghezzi è ancora vicequestore, anche se ad un passo dalla pensione. L'entusiasmo l'ha abbandonato da tempo, la carriera non è mai stata un obiettivo, ma l'anziano poliziotto sente sempre la necessità di rimettere ordine nelle cose. Così, quando una matura prostituta – donna di un piccolo delinquente da lui arrestato molti anni prima – si fa viva per pregarlo di ritrovarle il compagno, non esita ad iniziare una piccola indagine, che via via si snoda in un mondo di piccoli drammi e criminali da strapazzo, ma che sembra nascondere qualcosa di più grande e misterioso.
Parallelamente, il collega Carella fa ricorso ai suoi modi spicci e brutali, quasi dimenticandosi di essere un componente delle forze dell'ordine, per convincere i frequentatori della malavita cittadina di essere uno di loro. Ufficialmente in ferie, segue un'indagine personale rabbiosa e violenta che lo introduce in un mondo di loschi traffici e pericolose frequentazioni.
Due investigatori che non esitano a mettere a repentaglio la loro figura istituzionale, ma che continuano comunque ad interrogarsi sul bene e il male, e sulla necessità del rispetto delle regole che stanno infrangendo per necessità. Con uno stile sempre personale, ma che in questo caso strizza molto l'occhio a Chandler e Hammett, Robecchi dipinge un ritratto senza sconti di una scacchiera in cui pezzi disperati si muovono navigando a vista, dove a dispetto della morale il pesce grosso mangia sempre il pesce piccolo e nella quale la donna, vera vittima del sistema, è considerata un pezzo utile ma sacrificabile, moneta di scambio per traffici più legati alla sopravvivenza che al lucro.

Giudizio sintetico: Milanoir