sabato 14 novembre 2020

Forse

di Rosetta Loy, Einaudi 


La scrittura come mezzo per conoscere se stessi, per fare chiarezza, ripercorrendo la propria storia inserita nella grande Storia, quella dell'Italia del secondo dopoguerra, quando il Paese viveva un periodo pesante nutrendo però la forte speranza di andare incontro a un futuro migliore. L'autobiografia di una donna che volge indietro lo sguardo attento, dolce, malinconico e sincero di chi non vuole fare sconti a nessuno e soprattutto a se stessa. 

Rosetta, conosciuta da tanti lettori, è scrittrice di successo, autrice, per citare il suo romanzo forse più noto, di Le strade di polvere. In questo libro racconta la propria vita partendo dal 1942. Rosetta appartiene a una famiglia molto benestante, dell'alta borghesia, il padre è un costruttore. Un'educazione rigida, un'istitutrice, tre sorelle e un fratello. L'abitazione ai Parioli, le estati in Monferrato, gite, amicizie. Nel 1949, a 18 anni, l'incontro della vita: un ragazzo più grande, bello, un po' come Gregory Peck, del tutto diverso dai modelli paterni. Peppe Loy – fratello del futuro famoso regista Nanni – è squattrinato, parla degli errori del capitalismo, legge Marx, è comunista e si nutre di poesia. Il padre di Rosetta si oppone a una loro relazione e la ragazza, pur legatissima al padre, si ribella, racconta bugie, accetta qualche allontanamento dal ragazzo solo perché certa che sarà di breve durata. La ribellione a una visione della vita trasmessa dalla famiglia senza possibilità di sollevare dei dubbi  è messa in discussione per sempre dalla Loy, che diventa convinta sostenitrice del "Forse". Un romanzo di formazione che, per certi versi, ricorda Lessico familiare della Ginzburg, anche per le affettuose citazioni di abitudini e modi di dire della propria famiglia; l'ironia e la simpatia del romanzo della Ginzburg rimangono tuttavia ineguagliabili.

Giudizio sintetico: Conosci te stesso

Trilogia di New York

 di Paul Auster, Einaudi


Una raccolta di tre romanzi brevi (Città di vetro, Fantasmi, La stanza chiusa), collegati da un unico filo conduttore, l'abbandono di qualsiasi legame sociale, affettivo, di gruppo, a causa di un'ossessione investigativa. I tre protagonisti, apparentemente elementi ben inseriti nella New York della seconda metà del secolo XX, si trovano proiettati in una indagine anomala, diversa per ognuno, che li assorbe completamente e rende la loro vita un progressivo abbandono delle abitudini, delle amicizie, di tutto.

New York, anni '70/'80. Tre episodi con tre solitari protagonisti: Daniel Quinn è un autore di polizieschi che viene svegliato nel cuore della notte da una strana telefonata, nella quale lo scambiano per un detective sconosciuto, offrendogli un misterioso incarico. Dopo qualche tentennamento, Quinn si butta a capofitto nell'indagine, fino ad esiti imprevedibili. Il secondo episodio vede un detective professionista ereditare l'agenzia investigativa nella quale ha lavorato fino a quel momento. Il primo incarico è quello di spiare un uomo (Mr. Black) per un tempo indefinito, incarico che vedrà Mr. Blue (questo il nome del detective, in un turbinio di personaggi dai nomi di vari colori) precipitare lentamente in un oblio nel quale non si capisce più chi sia il controllore e chi il controllato. Nel terzo episodio, un critico letterario che in gioventù ha avuto un'amicizia totalizzante, si vede incaricato di dare voce agli scritti del suo amico di infanzia misteriosamente scomparso. L'attrattiva degli scritti e della moglie dell'amico scomparso gettano l'uomo in una spirale di immedesimazione che lo spingerà a sposare la moglie dell'amico, adottarne il figlio, fino ad un epilogo ermetico e oscuro quanto il corpo di tutta la trilogia, che non perde occasione di stupire per le divagazioni culturali, filosofiche, di costume, cioè di tutto quello che in genere non si trova in una detective story. Forse per rimarcare il fatto che queste non sono – e probabilmente non vogliono essere – tre detective stories.

Giudizio sintetico: Ossessionato

mercoledì 11 novembre 2020

Il treno di cristallo

di Nicola Lecca, Mondadori


Fiaba moderna, imperniata su un viaggio in treno attraverso l'Europa, che riflette il carattere itinerante dell'Autore. Un giovane ingenuo e inesperto, dall'animo profondamente buono, attraversa il Vecchio Continente per scoprire la verità su un padre che credeva morto da anni. Nel complesso un romanzo gradevole ma privo di avvenimenti salienti, al quale solo il finale riesce a dare un minimo di tensione narrativa.

Aaron è un giovane gelataio figlio di una madre single opprimente e sciatta, abbrutita dalla fatica di sbarcare il lunario in una cittadina della costa sud dell'Inghilterra. Come amico ha un immigrato italiano furbo e smaliziato, Gennarino, come amore a distanza una ragazza conosciuta via web che non ha nemmeno mai visto, ma con la quale intrattiene una chat appassionata di nascosto dalla madre. Un giorno, inaspettatamente, riceve una lettera e un biglietto interrail che lo spingeranno a partire in treno per Zagabria, per incontrare un notaio incaricato di eseguire le ultime volontà testamentarie di suo padre, che lui credeva morto prima della propria nascita. Il viaggio, paradigma di una crescita post-adolescenziale, è un'occasione per descrivere nel dettaglio diverse città dell'Europa centrale, tentando di coglierne lo spirito.
Gradevole lettura, leggera nei toni e nella forma, non riesce tuttavia a risultare accattivante, soprattutto a causa di un'anticipazione dei contenuti che spesso lascia poco all'inferenzialità del lettore.

Giudizio sintetico: Viaggiatorio

lunedì 2 novembre 2020

Alex

di Pierre Lemaitre, Mondadori 


Un thriller duro, violento, secondo romanzo della quadrilogia che ha come protagonista il comandante Camille Verhoeven dell'Anticrimine di Parigi. Al centro di questo romanzo Alex, una trentenne, affascinante e misteriosa, rapita e sottoposta a tortura da un energumeno che aspetta solo di vederla morire. Questo l'incipit di un lungo romanzo, che più volte sconvolge le aspettative e i giudizi che il lettore si forma procedendo nella storia. I ruoli di vittima e carnefice appaiono incerti e capovolgibili e, fino all'ultimo, si rimane in attesa della verità. 

Periferia di Parigi. Alex, pur essendo sera tardi, uscita dal ristorante si avvia verso casa da sola. Improvvisamente è colpita da una serie di pugni, caricata a forza su un furgone bianco e trasportata in un magazzino buio e puzzolente. L'attende una piccola gabbia, un antico strumento di tortura, in cui viene rinchiusa, a 2 metri di altezza da terra. Una gabbia talmente piccola da costringerla a stare rattrappita in attesa che i suoi  muscoli si atrofizzino e le sue ossa crollino. Intorno a lei grossi ratti, pronti a cibarsi della ragazza appena possibile. L'uomo che l'ha sequestrata assiste alla tortura, animato da sete di vendetta. Nessuno denuncia la scomparsa di Alex; solo la testimonianza fortuita di una passante dà l'avvio all'indagine. Il caso è affidato al comandante Camille Verhoeven, un ometto "alto" 1,45 m., dal carattere scontroso, poco entusiasta di dover condurre l'indagine, non essendo riuscito a salvare la moglie Irène, vittima proprio di un sequestro. Ma il suo capo, Le Guen, lo costringe ad accettare e forse la possibilità di ritrovare viva la donna, per lui una sconosciuta, potrebbe attenuare il suo rimorso e dargli una spinta più forte a riuscire nell'impresa. La storia è cruda, i personaggi, gli ambienti e le situazioni contribuiscono alla tensione che si mantiene nel corso del romanzo; su tutto si staglia la figura della protagonista, che ricorda personaggi femminili cinematografici fortemente drammatici. 

Giudizio sintetico: Imprevedibile

domenica 1 novembre 2020

L'invenzione di noi due

di Matteo Bussola, Einaudi


Il logoramento dei rapporti di coppia sembra inevitabile, nella prima parte di questo romanzo, così come sembra coraggiosa e spregiudicata la scelta del protagonista di non arrendersi all'evidenza di un amore apparentemente giunto al termine, almeno per uno dei due. Facendo leva sul coinvolgimento emotivo del lettore, la vicenda racconta senza sconti le difficoltà del matrimonio e lascia aperta più di una domanda sul destino dell'amore nel nuovo millennio.

Milo e Nadia si sono conosciuti presto scambiandosi messaggi sui banchi di scuola, poi si sono ritrovati ormai adulti, si sono sposati, si sono amati. Ma ora sono solo una coppia come tante, logorata dal tempo e incapace di slanci vitali. Milo è ancora innamorato della donna che vive con lui, ma si rende conto che Nadia non lo ama più, almeno nel senso che lui desidererebbe. Disperato, sceglie una strada coraggiosa e incosciente, quella di fingersi qualcun altro per provare a riconquistarla. Ne nasce un rapporto a due facce, quella reale e quella artefatta, che si confondono e si intersecano con esiti imprevedibili. Ma la realtà non fa sconti e Milo dovrà cercare di ritrovare non solo la sua compagna, ma anche se stesso.
Con un linguaggio che riesce a descrivere con semplicità sensazioni complesse, Bussola riesce a raccontare, con esiti interessanti, le due solitudini di un uomo e una donna che hanno perso la ragione del loro esistere come coppia.

Giudizio sintetico: Faker