mercoledì 14 ottobre 2020

L'ombra

di Melanie Raabe, Corbaccio

"L'11 febbraio ucciderai al Prater un uomo di nome Arthur Grimm. Di tua spontanea volontà. E con ottime ragioni." Queste parole, rivolte per strada da una mendicante alla protagonista del romanzo, Norah Richter, costituiscono il vero incipit della storia e conducono il lettore in una vicenda misteriosa e ansiogena, che si risolverà solo nelle ultime pagine con più di un colpo di scena. Un thriller psicologico che riesce a mantenere il dubbio in chi legge sullo svolgimento reale dei fatti narrati, che potrebbero essere anche frutto della psiche turbata e angosciata della protagonista. 

Norah Richter è una giovane giornalista tedesca. Si è trasferita da Berlino – la sua città – a Vienna dove inizia una nuova vita. Ha lasciato il suo lavoro nella capitale tedesca in seguito a una denuncia per diffamazione, per aver difeso con i suoi articoli una ragazza vittima delle violenze di un professore, e ha troncato il rapporto con il suo fidanzato Alex, convinta che li divida una visione della vita diversa. Del resto Norah non è una persona facile: ha rapporti molto distaccati con i suoi colleghi, pochi amici con cui si confida solo in parte, un passato di ragazza drogata che rende sospettose nei suoi confronti le sue stesse amiche. Le parole della mendicante la inquietano molto. È vero che lei non conosce nessuno che si chiami Arthur Grimm, ma l'11 febbraio per lei è una data legata ad una tragedia di tanti anni prima, un'ombra che ancora si proietta sulla sua vita. Dopo quell'incontro con la mendicante, altri fatti inspiegabili turbano Norah: oggetti che spariscono in casa sua e soprattutto misteriosi messaggi telefonici anonimi, che la spingono a portare a compimento la profezia, presentandole Arthur Grimm come un essere ignobile e violento. Scritto con una prosa fluida e sciolta, è un romanzo che si legge rapidamente con il desiderio di arrivare  al fatidico 11 febbraio. Si avverte tuttavia un che di artificioso e il tentativo del narratore di utilizzare tutti i meccanismi classici su cui si regge la suspence, a rischio di rendere la storia poco credibile. 

Giudizio sintetico: Claustrofobico

giovedì 8 ottobre 2020

Il mistero della donna tatuata

 di Takagi Akimitsu, Einaudi


Scritto più di 70 anni fa, questo romanzo è un giallo ambientato nel Giappone post-bellico occupato dagli americani e distrutto dalla guerra. Sembrano però non accorgersi delle devastazioni, i personaggi che lo animano, figure mai davvero protagoniste che conducono un'indagine educata e complessa che prende l'avvio dall'orrendo omicidio di una donna bellissima tatuata su tutta la schiena.

Un corpo orrendamente mutilato in una stanza chiusa dall'interno, quello di una donna con un famoso tatuaggio opera del padre, un tatuatore di fama che prima di morire aveva fissato sulla pelle dei tre figli una storia superstiziosa e terrificante. Ad indagare, una coppia di fratelli dei quali uno è un poliziotto cocciuto e l'altro un medico legale timido e coinvolto emotivamente con la vittima. Un'indagine che se non fosse per il periodo in cui è stato scritto, collocherebbe il romanzo nella serie dei gialli Cluedo-style, con una rosa di personaggi tutti potenziali colpevoli e indagini svolte per esclusione. 
La storia, nella quale il concetto stesso di tatuaggio è il vero protagonista – mai condannato e mai esaltato – non riesce comunque a convincere appieno, sia perché i detective brancolano nel buio per più di metà del racconto attendendo l'arrivo di un Deus ex machina che sveli il mistero (il detective Kamizu Kyosuke, che esordisce proprio in questo libro), sia perché la formalità dei rapporti sociali stride con la disinvoltura dei comportamenti degli indiziati, la cui connotazione e il cui carattere sono in molti casi troppo sottotono. Resta comunque l'interesse singolare per una pratica oggi comune ma che ai tempi della prima edizione era comunque considerata prerogativa di ambienti malavitosi.

Giudizio sintetico: Tattoo

Una Cadillac rosso fuoco

 di Joe R. Lansdale, Einaudi

Personaggi sconclusionati e disposti a tutto pur di emergere da una vita priva di prospettive, in un Texas della seconda metà degli anni '50 in cui razzismo e povertà dominano la società. I due protagonisti, tracciati con la crudezza e il sarcasmo propri dello scrittore texano, sembrano non saper opporre nessuna resistenza alle tragedie che li coinvolgono, restando impigliati in una tela che essi stessi si sono costruiti.

Ed è un venditore di auto usate con una madre alcolizzata e un segreto familiare ingombrante, Nancy una bella cliente con un marito difficile. Ed, reduce della guerra di Corea, ne ha viste troppe per lasciarsi coinvolgere in affari pericolosi, ma a Nancy, così affascinante e spregiudicata, non è capace di dire di no, anche perché lei sa come convincere chiunque. L'aggancio tra i due è dato da una Cadillac che il marito non ha finito di pagare e che Ed è chiamato a riprendere. Comincia così un piano assurdo e pericoloso che i due vorrebbero portare a termine per iniziare una nuova vita, agiata e priva di pericoli, ma le difficoltà iniziano dal primo momento e si susseguono a catena fino ad un finale ovvio ma proprio per questo imprevisto.
Come di consueto nei libri di Lansdale, il sarcasmo dei dialoghi mette a nudo caratteri dei personaggi che tracciano il quadro di un mondo di eterni adolescenti, con i sogni, la spensieratezza, la violenza e la totale assenza di consapevolezza che almeno anagraficamente dovrebbero invece avere. E che anche senza immedesimazione, li rende comunque simpatici al lettore anche mentre compiono i peggiori misfatti.

Giudizio sintetico: Perduto

sabato 3 ottobre 2020

Le regole degli amanti

 di Yari Selvetella, Bompiani

Non un libro rosa ma un decalogo di semplici regole, prescrizioni che due amanti già adulti si impongono e che descrivono con pagine personali a due voci ricche di emozioni e di passione, ma anche della consapevolezza che il sentimento vero vuole rispetto e condivisione, ma non può comprendere limiti, imposizioni, censure, né obblighi sociali che siano frutto della convenzione. La storia di un amore episodico e profondo, ma spesso egoista, vissuto in tutte le sue sfaccettature per dimostrarsi l'un l'altro, ma soprattutto a se stessi, che la vita può imporre il destino, ma non può privare l'individuo della sua pulsione affettiva ed erotica più innata.

Roma, fine anni '80. Iole e Sandro si conoscono da adulti, alle soglie dei 30 anni, quando già hanno avviato vite professionali e familiari che li incanalano lungo i binari della convenzione sociale e affettiva. Tra loro scocca una scintilla che non è – soltanto – una passione erotica, ma comprende anche una profonda intesa psicologica e culturale. Le due voci narranti hanno famiglie già avviate, con figli che amano e coniugi con i quali condividono intese più o meno profonde. Ma non si può rinunciare all'amore – perché anche senza dirselo apertamente, di questo si tratta – e quindi i due amanti iniziano una seconda esistenza, parallela a quella ufficiale, nella quale riverseranno tutti i loro desideri, sogni, confronti, costruendosi una passione priva di limiti convenzionali, esperienza concreta di quello che a loro manca e che sentono di non poter realizzare nelle rispettive famiglie. Con i capitoli organizzati in base al decalogo che si sono dati all'inizio della loro storia, Iole e Sandro dichiarano in una sorta di diario a due voci tutti i pensieri e i desideri di un uomo e di una donna che hanno deciso di voler vivere un'altra vita, pur non sapendo rinunciare a quella che hanno già, e che riescono, con la costanza e le difficoltà che la clandestinità impone, a condividere e descrivere con sincerità una scelta estrema che inizialmente appare priva di futuro, ma che invece si rivela tanto carica di emozioni e volontà da resistere al logoramento del tempo.

Giudizio sintetico: Clandestino