venerdì 29 giugno 2018

Irlandese al 57%

di Roddy Doyle, Guanda

Può esserci un sistema di integrazione "soft" che riesca a mettere insieme culture, climi, colori della pelle diversi, superando le prevedibili tensioni e permettendo una convivenza – se non civile – almeno accettabile tra comunità diverse, tra nuove e vecchie povertà, tra interessi politici e buon senso? Roddy Doyle ci porta tra storie brevi di immigrati non irlandesi, in un paese che quanto ad emigrazione non è secondo a nessuno, con un'ironia e un'umanità particolari.

Otto racconti non brevissimi e non lunghi di altrettanti tentativi di integrazione, otto personaggi che per il colore della pelle o la lingua sembrano diversi dagli altri, ma che cercano una nuova vita senza con questo dimenticare le proprie origini: una rivisitazione di "Indovina chi viene a cena?", un sequel de "The commitments", un ragazzo che inventa un misuratore di irlandesità, un bambino che deve affrontare il primo giorno di scuola, tre ladri che non sono ladri ma che lo sembrano, una baby sitter vessata, un afroamericano per forza, una ribellione per onestà... Otto storie nascoste di persone comuni che vivono esperienze difficili ma che non vogliono rinunciare al futuro, il tutto raccontato con il distacco ironico e leggero che caratterizza lo scrittore irlandese al 100%. Doyle sembra ricordare al lettore che – indipendentemente dalle opinioni e dai preconcetti – non possono esistere solo le chiavi di lettura opposte della pietà e del razzismo per affrontare un fenomeno che siamo abituati a considerare con troppa serietà.

Giudizio sintetico: Ottimista

venerdì 22 giugno 2018

Anche gli alberi bruciano

di Lorenza Ghinelli, Rizzoli

Un romanzo di formazione, un momento di passaggio, quello dell'adolescenza, marchiato a volte non solo dalla rabbia ma anche dal dolore. L'importante è la capacità di compiere scelte, talvolta coraggiose, che permettano di conoscere se stessi e di entrare nel mondo adulto rifiutando di sottostare ad una cieca obbedienza, persino ai genitori.

Rimini, giorni nostri. Michele ha una vita tranquilla e agiata all'interno della sua famiglia: padre, professore universitario, madre e il nonno Dino, ex partigiano, cui è molto legato, ora malato di Alzheimer. Un ragazzo regolare, con buoni voti a scuola. Poi un evento sconvolge la sua vita. Michele, rientrato a casa in anticipo rispetto alle sue abitudini, trova il padre tra le braccia di una sua studentessa. La considerazione nei confronti dei genitori cambia radicalmente, soprattutto perché, confusi e spaventati, questi impongono agli altri componenti della famiglia, Michele stesso e il nonno, scelte egoistiche. Hanno infatti deciso di trasferirsi in America, per ricostruire il loro rapporto, sradicando Michele dalla sua realtà e soprattutto lasciando il nonno in un ospizio in Italia. Michele, preso dalla rabbia e dalla sofferenza, si avvicina ad una compagna di scuola – Vera – che, intuisce, conosce il dolore e quindi lo può capire. Il legame con la ragazza dà a Michele la forza di ribellarsi ai genitori e di sconvolgere l'apparente equilibrio della sua famiglia.
Il romanzo grazie alla scrittura facile e scorrevole può essere apprezzato dai ragazzi, ma anche gli adulti possono trovare alcuni spunti di riflessione sul mondo giovanile e su se stessi.

Giudizio sintetico: Formativo

mercoledì 20 giugno 2018

Il tempo di Andrea

di Maria Rosaria Valentini, Sellerio

Un romanzo particolare in cui il protagonista, Andrea, chiuso all'interno di un ospedale dopo un tragico evento, compie un viaggio dentro se stesso. Dolore, nostalgia, dubbi sono ora  i compagni dei suoi giorni che scorrono tutti uguali, lontano dalle persone che ha tanto amato.

Andrea si guarda allo specchio: non si riconosce più. Poi pian piano la consapevolezza ritorna e riaffiorano i ricordi del passato. Anche il momento di due anni prima quando, colpito da ictus, è caduto in un campo di grano privo di coscienza. Ricoverato in ospedale, privo di identità, chiamato da tutti Silos dal luogo in cui è stato rinvenuto, non riceve visite, non ha più contatti, parla solo con se stesso.  Può interrogarsi sulla sua vita, soprattutto sulla separazione dall'amata moglie Ernestina e sul conseguente distacco dalla figlia, Preziosa. Ferite che sanguinano ancora. Andrea è però rimasto "offeso" dalla malattia. Parlare, camminare, cose prima scontate ora risultano difficili e incerte.  Un dubbio lo tormenta: rivelare ai medici i propri miglioramenti o restare lo stordito che tutti credono che sia, chiuso in questo ospedale?
Un romanzo che la scrittura efficace e intensa, a tratti poetica, rende meritevole di lettura.

Giudizio sintetico: Ospedaliero

Train

di Pete Dexter, Einaudi

Tre protagonisti molto diversi ruotano attorno alla separazione tra bianchi e neri nell'America degli anni '50, in un intreccio di golf, violenza e generosità che traccia un affresco della società americana nella quale tutti appaiono in attesa degli eventi come se guardassero il cielo aspettando un temporale annunciato.

Train è un caddy nero che ha un dono naturale per giocare a golf, un carattere schivo e una vocazione per le scelte difficili. Packard è invece un bianco sicuro di sé che non teme i confronti, veste in modo elegante e sente il mondo nelle sue mani. E nelle sue mani fa cadere anche Norah, ricca e bella vedova con alle spalle un orrore che non sa se riuscirà a superare nonostante Packard. Non ci sono veri e propri colpi di scena in questo racconto, ma un susseguirsi di nuovi avvenimenti che cambiano l'ambientazione violenta iniziale in modo continuo, tra ironia e dramma, con uno stile che ricorda i grandi scrittori moderni dell'America "profonda" (Cormack Mc Carthy, James Ellroy, Elmore Leonard), nella consapevolezza che non può accadere mai niente di buono in un mondo che esige che l'anima venga colpita con forza e poi spedita in una buca come una pallina da golf.

Giudizio sintetico: Pre-Tiger Woods


giovedì 14 giugno 2018

Il vento non lo puoi fermare

di Elvira Serra, Rizzoli

Un romanzo di sentimenti, sulla vita, sui dolori che talvolta sembrano annientarci e impedirci di continuare ad andare avanti. Poi la vita stessa si riafferma e, come un vento che non si può fermare, riprende a scorrere. Ci si rialza e si accetta con stoica saggezza ciò che non può essere mutato.

Cagliari, anni '90. Elias è un ventenne amante della vita: una bella famiglia, l'università, una ragazza – Violetta – con cui sta bene e alla quale presto rivelerà i suoi sentimenti. Le prove del coro cui partecipano entrambi, sia Elias sia Violetta. Una sera, proprio dopo una di queste prove, il fatto che sconvolge la vita: Elias investe e uccide con l'auto una giovane donna, moglie e madre di una bambina. Certo il ragazzo non aveva bevuto né guidava ad alta velocità, ma la responsabilità è comunque sua ed Elias sente di dover espiare condannandosi a non vivere più, come in un volontario ergastolo.
Ci vorrà il tempo, il distacco dalla sua casa, il trasferimento a Roma presso lo zio, incontri ed esperienze per ritrovare lentamente se stesso e la forza di vivere accettando quello che è stato.
Un romanzo intenso, scritto in modo semplice e diretto, che non rifugge dallo scandagliare i sentimenti dei due giovani protagonisti, Elias innanzitutto, ma anche Violetta, amante della musica, coraggiosa nelle sue scelte e nel modo di affrontare il dolore senza tentativi di fuga.

Giudizio sintetico: Senechiano

mercoledì 13 giugno 2018

Il mistero di Paradise Road

di Pietro De Angelis, Elliot

Un tuffo nella Londra della seconda metà del XIX secolo, con distinti uomini in cilindro e donne con la cuffietta che si muovono ancora su carrozze a cavalli mentre sognano l'avvento di una modernità industriale che sembra inghiottire nella sua densa caligine una città nebbiosa e buia. A dispetto del titolo e delle prime pagine, che danno l'impressione di trovarsi di fronte ad un giallo tradizionale, in realtà il romanzo racconta di una dicotomia tra una concezione del mondo maschile, prosaica e meccanicistica, che tenta di schiacciare sotto il tallone di un manierismo forzato una passione tutta feminile per la poesia, poco in linea con i tempi e vista quasi come un male passeggero. Encomiabile la ricostruzione storica, tanto dettagliata quanto rispecchiata dalla forma espressiva.

Lionel Morpher è un impiegato dell'ufficio brevetti che vive una vita regolata dagli obiettivi che si è posto: ottenere un buon posto di lavoro, fare carriera, avere una moglie, dei figli ... Attento al rispetto dei colleghi e dei vicini, è un modello esemplare del suo tempo, senza vizi, metodico e ordinato, consapevole di essere un ingranaggio di un mondo che sta entrando nella modernità a grande velocità e che ha bisogno di guidare la rivoluzione scientifica con ferree regole morali. Il grande senso di responsabilità di Lionel e la sua brama di modernità si dovranno però scontrare con la "malattia" della remissiva Alphonsine, moglie modello che a Lionel sembra impossibile possa nutrire interessi tanto futili come il suo "smodato" interesse per la poesia, gettandolo in un turbine di contrasti e di eventi che non avrebbe mai pensato di dover affrontare.

Giudizio sintetico: Vittoriano

mercoledì 6 giugno 2018

La guerra dei cafoni

di Carlo D'Amicis, Minimum fax

Un ibrido tra l'ironia di un romanzo di formazione e il classico conflitto tra bande alla Molnar. Un po' troppo audace nell'esasperare il contrasto tra le due fazioni opposte, ha comunque il pregio di rimanere abbastanza simpatico e richiamare alla memoria una miriade di particolari che chi ha vissuto come adolescente il periodo a metà degli anni '70 non può non ricordare.

Francisco Maligno è il soprannome di Angelo, il capo dei "signori", un gruppo di ragazzi che a Torrematta (ipotetico paese del Salento) va a passare le vacanze estive. I loro avversari, con i quali ogni anno si scontrano in modo feroce, sono i "cafoni" i ragazzi poveri e ignoranti che tutto l'anno nel paese sono dispersi nelle mille attività degli abitanti, ma che durante l'estate si organizzano come truppa regolare per opporsi all'arrivo dei signori. La caratterizzazione dei personaggi, dalla fidanzata elegante e svampita di Maligno al capo dei cafoni, dal colto Luca Viale alla sfortunata Mela, sebbene sia improntata a toni eccessivi, è funzionale ad un racconto destinato soprattutto ai giovani, ma nel quale per ragioni anagrafiche possono ritrovarsi solo quelli che giovani non lo sono più tanto.

Giudizio sintetico: Molnariano

La vita felice

di Elena Varvello, Einaudi

Un uomo ripercorre a trent'anni di distanza l'estate in cui la sua vita è cambiata in modo irreversibile, quando il ragazzo solitario che era ha visto il mondo crollargli addosso, a causa di una terribile accusa che ha coinvolto suo padre e di una passione fugace per una donna intoccabile. Un libro triste, che ricorda l'enorme responsabilità che ognuno ha nei confronti dei propri figli.

Elia, 16 anni e una famiglia normale in un piccolo paese di mezza montagna, Ponte (in Valtellina?). Ma di colpo il padre perde il lavoro e comincia a comportarsi in modo strano, sentendosi obiettivo di misteriosi complotti e sparendo per lunghi periodi a bordo di un furgone scassato. Elia è comunque amato, sia dal padre che dalla madre, una donna che tutto può perdonare all'uomo che ha sposato e la cui unica missione è quella di proteggere marito e figlio, anche dall'inquietante presenza di una donna sola il cui figlio diventa il migliore amico di Elia, che per incontrarli non esita a dispensare in casa menzogne e omissioni. Il precipitare degli eventi rappresenterà solo il crollo definitivo di una situazione che dalla malinconica routine passa alla tragedia con l'impatto di una cascata in primavera.

Giudizio sintetico: Malinconico